Listini invariati o con variazioni utili solo ad allinearsi con le quotazioni espresse altrove nelle sedute di borsa di inizio settimana. Il mercato attende dati certi sulle scelte di semina degli agricoltori, modificatesi rispetto alle previsioni a causa dell’andamento climatico. L’impressione è che questo stia cambiando alcune prospettive di mercato. La domanda, infatti, aumenta mentre l’offerta si riduce, con i risicoltori indaffarati nelle operazioni di semina.
MERCATO ED EPOCHE DI SEMINA
Come spiegato nell’ultima analisi (leggi), un comparto che forse avrà meno ettari e, di conseguenza, possibili apprezzamenti è il gruppo Carnaroli. Già oggi pare più richiesto, con il deprezzamento di martedì scorso a Vercelli assorbito solo in parte a Novara. Classico e i vari similari sono varietà tardive, che se non seminate entro la prima decade di maggio difficilmente riescono a performare dal punto di vista produttivo. Per questo alcuni agricoltori potrebbero aver abbondonato l’idea di coltivare questi risi e, se anche decidessero di farlo in questi giorni, rischierebbero di ottenere raccolti deficitari a meno di un autunno più caldo del previsto. D’altro canto forse sarà più del preventivato la superficie investita a Selenio, una varietà precoce seminabile anche a giugno inoltrato, per il quale infatti l’interesse dei compratori sembra diminuito.
Per il momento si tratta di tendenze sempre più verosimili a livello pratico ma non ancora misurate con dati certi per singolo gruppo varietale, per questo gli effetti sul mercato sono minimi. Un elemento pressocché sicuro è che gran parte delle semine sono e saranno ritardate rispetto al previsto. Questo, oltre al rischio già citato per Carnaroli generalizzato, porta a posticipare le date di raccolta, costringendo le riserie ad organizzare gli acquisti con prospettive temporali differenti in relazione al prodotto ancora disponibile.
DOMANDA IN CRESCITA
Probabilmente per questo già nelle sedute in analisi la domanda si mostra un po’ più presente di quanto avvenuto in precedenza. Le proposte economiche per il momento ricalcano il listino ma, a differenza di quanto accaduto fino a qualche settimana fa, tutti i comparti sembrano essere agilmente vendibili. I due gruppi con maggior richiesta rimangono i lunghi B e i lunghi A da parboiled. I primi pare abbiano trainato i secondi in quanto la loro carenza attuale e prevista sta riducendo l’offerta di merce adatta alla parboilizzazione, essendo anche i lunghi B in parte destinati a questa lavorazione. Per il momento l’effetto è una maggiore facilità nell’ottenere le quotazioni ufficiali nelle compravendite di Tipo Ribe e 55 €/q lordi per i lunghi A più pregiati, cifre non così scontate in precedenza.
RISI DA INTERNO E TONDI
Andamento simile per i risi da interno, con Arborio che riesce ad ottenere anche qualcosa in più dei listini per le partite con qualità merceologica ottimale (come sempre rare per il gruppo), e per i tondi generici. Dopo i recenti cali si torna a parlare di 45 €/q lordi almeno per le varietà più pregiate, come Sole. Per gli altri si resta sui 40 €/q lordi, anche se a questo prezzo sono pochi gli agricoltori disposti a vendere. L’offerta in generale in questo momento non è molto propositiva, maggiormente concentrata sulle operazioni di campagna. Anche questo fattore contribuisce a minare l’equilibrio tra le parti, spingendo sul mercato un’aria di apprezzamento che, se i dati reali di semina dovessero confermare quanto descritto, potrebbe diventare più concreta prossimamente.Autore: Ezio Bosso.
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