Manrico Brustia apre il dossier irrigazioni. Il neoindicato consigliere dell’Ente risi, rappresentante delle regioni nel consiglio di amministrazione, responsabile del settore riso e irrigazione di Cia Piemonte e già presidente della sezione Novara, Vercelli e Vco, si dice «onorato di aver ricevuto questa fiducia dalla Regione Piemonte che mi ha nominato» e punta l’attenzione, nel corso di un’intervista a La Stampa, sul «cambiamento climatico. In questi primi tre mesi dell’anno speriamo che si intensifichino le nevicate in montagna per avere una buona riserva di acqua e che piova un po’ di più, come accaduto lo scorso anno. Anche allora le premesse erano negative, perfino più di oggi, però poi la stagione irrigua si è rivelata buona. Bisogna gestire al meglio la risorsa disponibile investendo anche su progetti di ammodernamento della rete di distribuzione per ridurre le perdite». semine
LA SOLITA BUROCRAZIA
La prima fase della riqualificazione del canale Regina Elena da 28 milioni di euro è stata rinviata al prossimo inverno, perché Est Sesia non ha ancora ricevuto il decreto che assicura lo stanziamento: «È la solita burocrazia che ostacola i lavori – ha dichiarato Brustia -. Quell’intervento è un’opera chiave per mettere definitivamente in sicurezza il canale e favorire gli approvvigionamenti sul territorio riducendo gli sprechi (lungo l’intera asta del Regina Elena le perdite si aggirano sul 14-17% della portata e cioè 12-14 metri cubi al secondo, ndr). A questo punto speriamo che si porti al termine di questa stagione irrigua e si recuperi almeno parte del tempo perso».
CRESCITA DEL 5% DELLE SEMINE
Quanto alle semine, Brustia si aspetta «una crescita del 5 per cento, una prospettiva condizionata dai risultati abbastanza soddisfacenti dell’ultima raccolta e dai prezzi molto bassi sulle colture alternative dei cereali autunno-vernini. Però occorre non esagerare e non dimenticare la crisi idrica che abbiamo conosciuto nel 2022. Da parte degli agricoltori serve buon senso e capacità di gestione tramite rotazioni. Non si può certo abbassare la guardia».
Quanto ai prezzi, «il mercato era partito con valori interessanti, ma a dicembre si è evidenziata una frenata. Auspico una ripresa anche per sostenere la crescita dei costi di produzione sopportati dalle aziende e promuovere un minimo di redditività. Bisogna puntare sulla valorizzazione della qualità del prodotto italiano, una missione che deve coinvolgere tutti gli attori della filiera: non solo l’industria risicola, ma anche la grande distribuzione e il consumatore finale. Ci preoccupa soprattutto il fenomeno delle importazioni da Paesi extraeuropei soprattutto in pacchi da cinque e 20 chili, per cui ci batteremo con il ministero e a livello comunitario».
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