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SEMENTIERI PESSIMISTI

da | 17 Dic 2013 | NEWS

assosementiIl calo del seme certificato, segnalato dai dati Ense, è oggetto di riflessione anche per Assosementi. “La contrazione nella superficie riso portaseme sottoposta a certificazione nella corrente campagna, – 22% rispetto alla campagna precedente, che di fatto conferma il calo del 23% già registrato con il quantitativo certificato destinato alle semine 2013, riflette il pessimismo che dai risicoltori si propaga alle aziende sementiere” è il commento che l’associazione affida a Risoitaliano. “Non ha senso infatti investire per produrre sementi certificate e di qualità – è l’analisi amara dei dirigenti di Assosementi – se si teme che si andrà verso una ulteriore perdita di superficie, conseguenza di diversi fattori evidenti a tutti: le basse quotazioni del risone, il passaggio dei risicoltori a colture più appetibili e meno costose, come il mais, una concorrenza concreta che si comincia a sentire anche nelle zone risicole da parte dei biodigestori”. La scomparsa dell’aiuto comunitario alla produzione di sementi certificate, che è stato completamente disaccoppiato dalla campagna 2012, ha comportato, aggiunge, “un inevitabile aumento del costo delle sementi certificate, spingendo i risicoltori a non acquistarle, bensì ad utilizzare come seme granella aziendale o non certificata. Questa involuzione, verso l’impiego di un prodotto non controllato (a nostro giudizio nel 2013 oltre il 20% delle superfici a riso sono derivate da seme non certificato), debbono preoccupare l’intera filiera: a livello di campagna, per il rischio di diffusione di patogeni, quale ad esempio il nematode Aphelenchoides besseyi, a livello industriale per l’aumento di prodotto evidentemente non tracciato” è la conclusione.

Sempre in ambito cerealicolo, è proprio per evitare  questi problemi che i sementieri stanno investendo per promuovere uno standard nel trattamento del seme dei cereali che consenta di ridurre l’impatto ambientale prescritto dalla direttiva europea sull’uso sostenibile degli agrofarmaci. Aderendo al progetto Esta “le aziende sementiere sono innanzitutto tenute a certificare – informa un comunicato – l’efficienza del proprio impianto di lavorazione delle sementi, a controllare la qualità della concia ed infine possono apporre sulle confezioni di sementi immesse sul mercato il marchio “ESTA”. In Europa sono già 51 gli impianti che sono stati accreditati per diverse specie tra cui mais, colza, girasole, cereali ed alcune colture orticole. Tutte le informazioni sul progetto ESTA sono disponibili su un apposito portale (esta.azurewebsites.net). E’ consultabile non solo la documentazione per aderire allo standard, ma anche le indicazioni sui limiti di polveri residue previsti sulle diverse sementi e gli enti abilitati a certificare gli stabilimenti sementieri”. (17.12.13)

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