Il mese di novembre si chiude con un mercato riflessivo, sempre più enigmatico. Come se l’industria volesse dare il segnale di una stabilizzazione dei prezzi. A riprova di ciò, sulla Borsa Merci di Vercelli i prezzi risultano del tutto invariati rispetto alla scorsa settimana, fatta eccezione per Carnaroli e similari che subiscono un’accelerata (+25) toccando quota 625 €/tonnellata. Immobili i Tondi con 555 – 575 €/tonnellata; stabile anche il gruppo dei Medi, e dei Lunghi A che si attestano sul prezzo massimo di 480 €/tonnellata; unica eccezione nel gruppo è Carnaroli, in aumento, mentre tra i similari risulta sempre alta l’attenzione per il Caravaggio.
Il parere dei mediatori
Commenta così il risicoltore Claudio Melano: «I prezzi sostanzialmente restano invariati, a fronte di un mercato molto più riflessivo anche per le grandi vendite fatte registrare nei mercati precedenti». La mediatrice Andreea Lazar fa il punto della situazione, fornendo indicazioni sulle possibili future evoluzioni sul mercato: «La scorsa settimana, dopo aver acquistato tutti Tondi a 50 euro (Selenio 60) dopo i 43/45 euro di Cammeo e Barone è arrivato il primo decremento dell’annata per il riso: si sono registrati abbassamenti per Barone e Cammeo a 42euro, mentre il Centauro resta stabile sui 50 euro con ritiro a febbraio/marzo, Sole e similari restano a 50, Selenio a 60. Indica stabile a 40euro, Lungo A generico a 45euro con ritiro a fine marzo, Opale/Loto/onice/Leonardo a 50. Volano a 50 euro più Iva, CL 388 stabile a 50 euro. Carnaroli classico con rese sopra 60kg venduto a 65 euro. Ci aspettiamo una certa stabilità nei prossimi giorni, necessaria allo smercio e anche alla sostenibilità dei prezzi stessi». Aggiunge Vincenzo Antonino, consulente tecnico del C.A.P. Nord Ovest: «Le quotazioni penalizzano alcune varietà per l’interno e similari quali ad esempio Sant’ Andrea, Baldo, Roma ed Arborio. Le trattative sono numerose e lasciano ben sperare».
In crescita i prezzi delle rotture
Come si legge nel report settimanale della Granaria di Milano, nei risoni proseguono le differenziazioni con aumenti di entità e varietà diverse fra loro. Altrettanto avviene nei risi lavorati. Nel settore riso, aumentano i sottoprodotti, specie le rotture. Gli aumenti non hanno interessato i risoni lungo B bio, gruppo Arborio bio e gruppo Carnaroli bio, fermi ai valori della settimana scorsa. Persiste la condizione di poca offerta e molta richiesta, con propensione alla vendita pressoché pari a zero. Buona la richiesta di prodotto, su tutte le varietà, ormai quasi tutte quotate. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno i trasferimenti di risone, secondo le rilevazioni dell’Ente risi, sono in aumento del’8%, anche se i trasferimenti hanno fino ad oggi riguardato soprattutto le produzioni vendute con contratti di coltivazione: probabilmente la quota di risone contrattualizzato prima della raccolta è stata molta di più degli anni scorsi e tutti hanno dovuto ritirare velocemente.
I trasferimenti di risone, sulla base delle rilevazioni dell’Ente Risi, hanno riguardato 297.260 tonnellate di risone, con un incremento di 23.078 tonnellate, cioè dell’8% rispetto alla scorsa campagna. In particolare, risultano trasferite nella settimana 15.114 tonnellate di Tondo, 1.399 tonnellate di Medio, 19.875 tonnellate di Lungo A e 7.295 tonnellate di Lungo B per un totale di 43.683 tonnellate trasferite nella settimana. Per quanto riguarda le varietà da interno i trasferimenti ammontano a 103.529 tonnellate, mentre per quanto riguarda le varietà export sono state trasferite nel corso della settimana 65.416 tonnellate. I trasferimenti di Indica ammontano a 108.308 tonnellate. Sono in calo rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna i trasferimenti di Tondo che ammontano 102.155 tonnellate contro le 105.537 tonnellate del 10 novembre 2020; in crescita, invece, i trasferimenti dei Medi a 12.285 tonnellate contro le 11.437 dello scorso anno; in leggero calo anche i trasferimenti del Lungo A, a 163.950 tonnellate contro le 187.974 della scorsa campagna; in aumento, invece, i trasferimenti del Lungo B che si attestano a 108.308 tonnellate contro le 97.570 tonnellate dello scorso anno.
Il quadro internazionale
Si fa il punto intanto sul mercato mondiale: a livello globale ci sono stati rincari medi di oltre il 20% nel corso del 2021 per le commodities agricole, con costi ai massimi. Secondo le stime della Banca Mondiale si assisterà ad una vera e propria de-escalation, probabilmente solo dal 2022, ammesso che siano definitivamente risolte le difficoltà logistiche e quelle legate ai cambi. Sui mercati internazionali, la ripresa degli acquisti di Cina e Usa traina l’export agroalimentare europeo: continua la crescita delle esportazioni di prodotti agroalimentari dall’Unione Europea verso i Paesi terzi, toccando un volume d’affari pari a 111,4 miliardi (+6%). In calo il Vietnam 5% (- 10 dollari, a 490 dollari/t). In aumento il Myanmar 5% (+ 10 dollari, a 490 dollari/t) e il Thai 100% B (+ 5 dollari, a 490 dollari/t). Autore: Milena Zarbà