Il team scientifico del progetto BRUMA (Università di Pavia, Ente Nazionale Risi e Regione Piemonte), che ha monitorato il rischio brusone nel Piemonte Orientale per due mesi (SCARICA I DATI), traccia il bilancio in esclusiva per Risoitaliano e annuncia che ci sarà un ulteriore bollettino del rischio, il 17 agosto: «E’ il punto chiave di qualsiasi coltura finalizzata all’utilizzo da parte dell’uomo: il triangolo della malattia. Una pianta si ammala se è sensibile al patogeno, se questo è presente e se, contemporaneamente, le condizioni ambientali sono favorevoli all’infezione con la persistenza necessaria, specifica per quello stesso patogeno. Ogni singola segnalazione di rischio brusone emessa nel corso dei 16 bollettini del progetto BRUMA – Regione Piemonte è stata attentamente valutata nel rigoroso rispetto di questa regola e ciò è stato possibile grazie alla costante esecuzione di 3 strategie di azione parallele:
- CAPTASPORE: per quantificare le spore aerodisperse del fungo ed individuare le giornate in cui il riso è stato realmente “circondato” dal patogeno
- MODELLO PREVISIONALE: per individuare, sulla base dei dati meteo, le giornate in cui si sono realmente verificate le condizioni favorevoli per la germinazione delle spore sul riso e per la conseguente infezione
- CAMPI SPIA: per segnalare anticipatamente i primi focolai di brusone fogliare, per seguire l’evolvere della malattia e per valutare, alla fine della campagna, l’incidenza del patogeno nella campagna risicola piemontese.
La ricerca mirata di spore infettive di Pyricularia effettuata nelle risaie piemontesi ha dato esito negativo fino al 26 giugno; dal bollettino successivo a Cameriano è scattata la segnalazione di rischio 1, precisa indicazione della prima comparsa “territoriale” del patogeno. Da allora, sebbene con variazioni altalenanti, il fungo non ha più abbandonato l’aria delle risaie piemontesi. In annate meteorologicamente diverse, questa situazione avrebbe messo a dura prova qualsiasi varietà di riso, anche la più resistente. Tuttavia, quest’estate le condizioni sono state ripetutamente caratterizzate da prolungati periodi di temperature eccezionalmente elevate, con conseguente umidità ridotta e bagnatura fogliare assente o limitata, da annientare la capacità infettiva del fungo. Questo aspetto è stato costantemente evidenziato dal modello: l’analisi matematica dei parametri ambientali sfavorevoli o, se favorevoli, non sufficientemente persistenti, ha consentito di abbassare e spesso annullare la pericolosità dovuta alla presenza delle spore.
I campi spia hanno permesso di evidenziare a partire da fine giugno una limitata comparsa di focolai di infezioni fogliari, su foglie basali. Queste, per le medesime considerazioni sopra riportate, non hanno originato il tipico decorso della malattia (allargamento delle necrosi, perdita di tessuto fogliare, avanzamento dell’infezione al culmo).
Giunti al 16° e penultimo bollettino, a causa delle mutate condizioni atmosferiche, tutti i risultati portano alla necessità di segnalare un possibile aumento di rischio dell’infezione che, considerata la situazione fenologica del riso, potrà riguardare soprattutto le coltivazioni non ancora in spigatura. Data l’importanza di questo momento della campagna risicola, è stato deciso di prolungare il progetto per giungere all’emissione di un ultimo bollettino giovedì prossimo 17 agosto». Autore: team Bruma