Cosa devo fare se ho biotipi di Schoenoplectus mucronatus (lisca mucronata, zigolo, lancia) resistenti agli erbicidi inibitori dell’ALS nella mia azienda? E’ una delle domande che ricorrono in questo periodo. Risponde il Gruppo italiano resistenze agli erbicidi (Gire): «In pre-semina prodotti a base di oxadiazon e flufenacet limitano lo sviluppo di questa infestante da seme rendendone più facile il successivo controllo. Post-emergenza: prodotti ormonici come MCPA e triclopyr miscelati con prodotti a base di pretilaclor o florpyrauxifen-benzyl. Possibilità di usare bentazone, nelle risaie seminate in asciutta». Il Gire pubblica delle linee guida relative alla gestione delle infestanti resistenti nel riso, recentemente aggiornate a marzo 2020. «Le aziende che coltivano riso sono caratterizzate da una elevata specializzazione che di fatto riduce la possibilità di coltivare altre colture. Il riso in monosuccessione, unitamente all’utilizzo esteso e continuativo di erbicidi con il medesimo meccanismo d’azione, favorisce l’insorgenza di popolazioni di infestanti resistenti agli erbicidi – spiegano -. Per limitare l’evoluzione della resistenza è necessario alternare o miscelare prodotti con meccanismo d’azione differente e dove possibile, ruotare la coltura». Va ricordato, però, che ad ogni meccanismo d’azione corrispondono diverse molecole, per questo non basta cambiare prodotto per essere certi di attuare un differente meccanismo. Gli inibitori dell’ACCasi sono molto utili nel contenimento delle graminacee in pre-semina (cletodim, propaquizafop e cicloxydim) e in post-emergenza (cyhalofop butyl, profoxydim, cycloxydim). In pre-semina abbiamo anche gli inibitori del PPO (oxadiazon, che però è nevicato e può essere impiegato fino al 30 giugno 2020), che agiscono principalmente sulle dicotiledoni ma anche sulle graminacee, gli inibitori dell’EPSP (glifosate) e della divisione cellulare (flunfacet), principalmente reattivi sulle graminacee ma anche sulle dicotiledoni. Per la fase di pre-emergenza è presente sul mercato il pendimethalin , un inibitore dei microtubuli attivo sulle graminacee, mentre per la post-emergenza sono molte le molecole utilizzabili oltre ai sopracitati inibitori dell’ACCase: vi sono gli Inibitori dell’ALS (azimsulfuron, penoxsulam, bispyribac-na e imazamox attivi sulle graminacee; bensulfuron-methyl, halosulfuron methyl e bensulfuron + metsulfuron attivi sulle dicotiledoni) i sintetizzatori delle auxine (triclopyr e mcpa, attivi sulle dicotiledoni) e gli inibitori della fotosintesi (bromoxinil e bentazone, attivi sulle dicotiledoni). Vi sono, inoltre, il clomazone (Inibitore biosintesi carotenoidi), attivo sulle graminacee ed utilizzabile in ogni momento della coltivazione, e i prodotti autorizzati in deroga per usi di emergenza fitosanitaria: in pre-semina e fino al 3 luglio il pretilachlor (inibitore della divisione cellulare, attivo principalmente sulle graminacee ma anche sulle dicotiledoni, anche in post-emergenza), fino al 10 luglio il florpyrauxifen-benzyl (attivo nella sintesi delle auxine, principalmente sulle dicotiledoni e, in minor parte, sulle graminacee, anche in post-emergenza) e fino al 4 luglio il benzobicyclon (inibitore del 4-idrossifenil-piruvato-diossigenasi, attivo sulle graminacee), quest’ultimo utile anche in pre-emergenza come il napronamide (inibitore della divisione cellulare, attivo sulle graminacee). Ricordiamo che per evitare le resistenze occorre leggere attentamente le etichette dei prodotti, allo scopo di impiegare la dose corretta in relazione all’epoca d’applicazione e allo stadio vegetativo dell’infestante; non trattare se le infestanti sono in stress (stress idrico o dopo abbassamenti termici); sgrondare o ridurre il più possibile il livello dell’acqua in modo da favorire l’assorbimento dei prodotti attraverso le foglie delle infestanti; trattare con infestanti poco sviluppate; sommergere la risaia al massimo entro 4-5 giorni dall’applicazione dei prodotti per favorire l’efficacia dei trattamenti in post-emergenza. Autore: Ezio Bosso