Come affrontare il fenomeno della subsidenza nel territorio del Delta dell’Ebro, una delle principali zone risicole spagnole? Gli studiosi dell’Irta, l’istituto di ricerca catalano, hanno studiato una soluzione per combattere il fenomeno, iniettando artificialmente dei detriti sui terreni interessati nell’ambito del progetto LIFE + Ebro-Admiclim. Si ipotizza infatti che il 45% dell’area risicola del Delta possa sprofondare sotto il livello del mare entro la fine del secolo. Si tratta di un fenomeno naturale, chiamato appunto subsidenza, peggiorato dal fatto che una parte dei sedimenti sono trattenuti a monte dalle dighe, e dall’innalzamento del livello del mare conseguenza dei cambiamenti climatici. Gli effetti principali sono la perdita di superficie coltivabile, e dunque di raccolto, e l’aumento della salinità dell’acqua. La soluzione prospettata dai ricercatori dell’istituto di ricerca del governo catalano prevede che una parte dei sedimenti del fiume vengano immessi a monte in un depuratore, per poi essere reimmessi nella rete irrigua e nella parte finale del fiume, in modo che si distribuiscano sui terreni. Lo scopo del test pilota è di individuare un sistema che consenta la costante reimmissione di questi sedimenti aggiuntivi, il cui volume serve a compensare la subsidenza. Contemporaneamente, verrà controllato l’impatto dell’aggiunta del materiale sulla crescita del riso. Il quantitativo di detriti aggiunti ai terreni che fanno parte dello studio, pari a 0,5 kg per metro quadro, è paragonabile a quanto si accumulerebbe naturalmente in un secolo. Con questa indagine si valuteranno anche i risultati dell’uso dei fertilizzanti. Secondo quanto riportato dai ricercatori, al termine del primo anno di sperimentazione per ora non si sono registrati effetti significativi sulla coltura del riso, indipendentemente dal tipo di fertilizzante utilizzato.
DALLA ROTAZIONE ALLA DIVERSIFICAZIONE GIÀ QUEST’ANNO
Le aziende agricole, già dal 2025, potranno fare rotazione colturale per soddisfare i dettami BCAA 7.