La risaia diventa una prateria. Nel senso che i problemi della risicoltura diventano terreno di scorrerie e battaglie per la politica. Succede a Novara, dove il sindaco, da tempo impegnato a dimostrare di essere un renziano doc, ha invitato a parlare lunedì il ministro Martina. Di che cosa? Di Expo ovviamente, visto che Martina è diventato ministro dell’agricoltura proprio per presidiare da via XX settembre la “grande occasione” dell’esposizione universale. Ma Martina a Novara è invitato a parlare anche di riso, un argomento scottante per il suo ministero che negli ultimi mesi ha collezionato due pesanti insuccessi su questo terreno. Non è riuscito, dopo aver suonato la grancassa, a fermare le importazioni a dazio zero dalla Cambogia: missione impossibile, si dirà, perchè per adottare la clausola di salvaguardia l’Europa dovrebbe smentire la propria politica internazionale e la direttiva Eba, architrave dei rapporti con i paesi in via di sviluppo. Eppure il Ministero e l’Ente Risi ci hanno creduto – non da soli – e hanno presentato un corposo dossier per dimostrare che i cambogiani ci fanno concorrenza sleale in casa. I servizi della commissione però hanno risposto picche: sembra addirittura che abbiano definito giuridicamente mal congeniato il dossier, cioè la nostra “arma segreta”. Recentemente, Martina ha sostenuto che l’Italia non si arrende ma le nostre armi sono spuntate: il dossier sarà corretto e la Commissione effettuerà delle verifiche, ma tutto questo allungherà i tempi fino alla primavera. Intanto i listini sono in profondo rosso e i risicoltori rumoreggiano. Secondo flop: la legge sul mercato interno. Dopo una serie innumerevole di riunioni, sulle quali vi abbiamo ampiamente ragguagliato, la bozza si è arenata nelle sabbie di Confagricoltura, decisa a non assecondare le richieste dell’Airi sulla flessibilità dell’uso delle denominazioni Thaibonnet e Ribe (oltre che su una revisione dei difetti che è ancora in discussione). Uno stallo che ha fatto inviperire i dirigenti del ministero perché il governo ha la delega per riformare la legge vigente ma non la può usare perchè non riesce a mettere d’accordo il tavolo di filiera. Immaginate voi cosa significhi per un dirigente pubblico, abituato a decidere senza rendere conto (di fatto) a nessuno, trovarsi le mani legate da, come ha detto qualcuno, “quattro contadini”… Del resto, i rapporti su questa riforma sono talmente tesi e intricati che litigano anche quelli che sono d’accordo sulla griglia, cioè Confagricoltura e Assosementi: in estate, il presidente della prima ha chiesto al Ministero di escludere dal tavolo i secondi, anche se recentemente si sarebbe svolto a Ferrara – secondo fonti ben informate – un pranzo della pace tra Mario Guidi (presidente di Confagricoltura) e Massimo Biloni (responsabile riso di Assosementi). In questo contesto, il Pd (partito del sindaco di Novara e di Martina) organizza la visita del ministro per lenire le ferite del mondo agricolo con nuove promesse, che francamente non riusciamo a immaginare. Difficoltà in cui rivolta il coltello l’opposizione: ieri è tornato a farsi sentire in risaia l’ex braccio destro dell’ex ministro Zaia, il leghista Federico Perugini, oggi consigliere comunale nel capoluogo piemontese, sottolineando “la scelta infelice della data, visto che i risicoltori sono impegnati in questi giorni nella raccolta del cereale” e adombrando addirittura una “trappola al compagno di partito Martina” da parte del sindaco. Perugini rinnova le preoccupazioni per la Cambogia e rileva che “il Governo Italiano, pur avendo incardinato a Bruxelles le necessarie richieste, non ottiene risposte chiare ed inequivocabili” e che molte aziende rischiano di fallire. (18.10.14)
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.