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FRODI PAC, ARPEA STA PAGANDO

da | 7 Mar 2014 | NEWS

Si sta sbloccando in Piemonte la situazione dei contributi Pac congelati alle 5500 aziende incorse nella cosiddetta Operazione Bonifica, l’inchiesta avviata il 2 ottobre 2013 dalla Guardia di Finanza. Le aziende coinvolte negli accertamenti – effettuati su base campionaria – sono 50mila a livello nazionale e alcune migliaia producono riso. Come si sa, a seguito di quest’indagine, Agea ha consigliato alle agenzie regionali di sospendere i pagamenti alle aziende coinvolte nell’inchiesta in attesa della conclusione delle indagini preliminari. Ora, però, ci si è accorti che questo blocco rischia di portare molte imprese alla bancarotta. “Una parte dei contributi in Piemonte sono stati pagati – confermano fonti informate a Risoitaliano -. Si è partiti dalle aziende che avevano dichiarato un contratto verbale su particelle appartenenti ad enti pubblici, per le quali un simile negoziato è impossibile per legge, e che evidenziavano uno scostamento inferiore al 20 per cento dai parametri. Ora è in corso un calcolo sullo scostamento delle pratiche relative ai negozi giuridici tra privati: per ciascuna azienda si pagherà la quota di premio comunitario maturata sulle particelle non coinvolte nell’inchiesta, attendendo l’esito delle idagini preliminari per il resto”. D’accordo con Agea (cui spetta l’ultima parola, perché solo l’agenzia nazionale può “dialogare” con la Gdf), Arpea, l’agenzia regionale dei pagamenti, sta dunque ripulendo le pratiche, isolando la quota a parte “incriminata” e sbloccando i pagamenti sul resto; questo, per tutte le aziende piemontesi coinvolte nell’indagine. Una scelta sacrosanta, anche perché se, come pare, i terreni sotto accusa esistono e sono coltivati non si vede dove sia la frode ai danni dell’Unione europea. Risoitaliano aveva segnalato nel mese di novembre il caso di molte aziende risicole in difficoltà per il congelamento dei contributi, sottolineando la gravità di una misura come questa. A distanza di mesi, queste osservazioni trovano conferma: per la maggioranza degli “indagati” non si ravviserebbe alcuna frode ma solo una irregolarità nella detenzione del titolo di possesso di talune particelle, punibile con una sanzione amministrativa.E’ la condizione dei (purtroppo) molti che, come scrivevamo nei mesi scorsi, hanno stipulato contratti verbali, in particolare i cosiddetti “contratti con il morto”. Già in Risoitaliano ha segnalato che “l’operazione Bonifica potrebbe dimostrare l’inadeguatezza giuridica dell’istituto del contratto verbale di coltivazione, ampiamente utilizzato anche in risicoltura”. Tale formula può essere registrata, aggiungevamo, “permettendo di ricevere il pagamento unico, anche senza alcun intervento del proprietario. Il quale, in parecchi casi sarebbe una persona deceduta o addirittura il Demanio. Abitualmente, i controlli vengono effettuati sulle superfici ammesse al pagamento unico e non sul titolo di proprietà, per il quale scattano solo controlli campionari, e comunque una difformità nella proprietà fondiaria non insospettisce nessuno, dati i cronici ritardi del Catasto. Insomma, una serie di buchi nella rete dei controlli e delle autorizzazioni che permette ancora oggi la stipula di “contratti con il morto”. una casistica che ha dato adito anche a dure polemiche tra Arpea e i Caa. Nei giorni scorsi, infatti, Arpea, l’agenzia piemontese per i pagamenti, ha ribattuto pubblicamente alle accuse di Coldiretti Piemonte e puntualizzare che “l’Agenzia ha tenuto costantemente informate tutte le associazioni di categoria sulla condizione del blocco delle oltre 5000 aziende agricole nel corso delle riunioni del tavolo tecnico di coordinamento con i CAA. Allo stesso modo i funzionari di Arpea si stanno impegnando quotidianamente per indagare sui cosiddetti “impedimenti burocratici” citati da Coldiretti e che sono responsabili del blocco dei pagamenti: si tratta di contratti d’affitto di terreni dichiarati in domanda e sottoscritti da persone decedute, e anche contratti verbali stipulati con la Pubblica Amministrazione, che sono vietati dalle normative nazionali. Il Direttore ricorda che, nell’ambito di Operazione Bonifica, Arpea ha un’autonomia istruttoria attenuata: questo significa che nessuna pratica può essere sbloccata senza in nulla osta da parte della Direzione Generale di Agea. Si ricorda inoltre che si tratta di un’indagine a livello nazionale da parte degli Organi di Polizia Giudiziaria a cui tutto il sistema agricoltura è chiamato a rispondere, e non semplicemente di un problema di accanimento burocratico”.  Operazione Bonifica ha colpito ovviamente anche molte imprese risicole in Lombardia, ma poiché quella Regione ha anticipato il pagamento dei premi Pac, l’impatto economico dell’inchiesta, nell’immediato, è parso minore. (07.03.14)

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