L’agronomo vercellese Giuseppe Sarasso (foto piccola) è accademico dei Georgofili. La prestigiosa istituzione scientifica ha celebrato l’ingresso del nuovo accademico “aggregato” ieri a Firenze, dove ha sede l’Accademia. La cerimonia è avvenuta in occasione dell’inaugurazione del 262esimo anno accademico, nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. Giuseppe Sarasso, il quale collabora con Risoitaliano, ha rivolto un breve cenno di saluto che riportiamo integralmente: «Cerco di vincere l’emozione del momento e la mia naturale riservatezza raccontandomi con poche parole. Sono nato in un cascinale sperduto tra le risaie, in una famiglia di instancabili agricoltori, dalla quale ho avuto un determinante “imprinting” . Ho vissuto gli anni del “boom” economico, durante i quali gran parte delle maestranze agricole si inurbava rapidamente, forzando i ritmi della meccanizzazione agricola: una evoluzione entusiasmante, sopratutto per me allora adolescente, tanto da indurmi poi a scegliere la facoltà di agraria per i miei studi superiori. Dopo una breve esperienza come capo ufficio agricoltura della Camera di Commercio di Vercelli, fuggii dalla burocrazia per dedicarmi totalmente all’attività agricola. La tolleranza di mia moglie, figlia di un viticoltore, è stata ampiamente esercitata anche nei confronti degli orari lavorativi di un imprenditore agricolo, che sono molto poco sindacali. La passione per l’innovazione e le sperimentazioni è stata per me una costante, grazie alla formazione scientifica ed alla passione trasmessami in modo determinante da esimi Georgofili. Un grato pensiero quindi a Giovanni Tournon, i cui insegnamenti mi sono stati fondamentali quando mi sono occupato della gestione dello storico consorzio d’irrigazione Ovest Sesia, ad Alberto Matta, ad Annibale Gandini, ad Angelo Garibaldi, relatore della tesi di Laurea, e ad Antonio Finassi, che è stato prezioso amico e consigliere in tutte le attività di ricerca applicata che ho condotto, dalle quali ho tratto grande divertimento, oltre che indubbi vantaggi economici. Essendo riuscito a schivare per pochi mesi la legge Fornero, ed anche la dilagante burocrazia ideologizzata che sta mortificando le imprese agricole, attualmente da pensionato posso dedicare molto tempo al tentativo di introdurre le tecniche dell’agricoltura di precisione nella risicoltura italiana, grazie ancora all’aiuto di alcuni Georgofili: l’inossidabile Antonio Finassi, Aldo Ferrero, Massimo Lazzari, e non ultimo Pietro Piccarolo, presidente dell’Accademia di Agricoltura di Torino, la quale sostiene quest’impresa. L’essere accolto oggi da questa prestigiosissima Accademia aggiunge una profonda soddisfazione, a quella finora goduta nell’esercitare la mia passione per l’agricoltura. Grazie a tutti». (13.04.15)
IL RISO E’ SOST
Presentati i risultati della sperimentazione Risosost