L’accordo Trans Pacifico (TTP) tra gli Stati Uniti e numerosi Paesi asiatici e non solo avrà un effetto allo stesso tempo positivo e negativo sulle esportazioni di riso americano: il Congresso sta esaminando il testo e si attende una ricaduta positiva sulle esportazioni a stelle e strisce, sebbene corrano qualche rischio le varietà Indica. Lo spiega il sito http://www.hpj.com sulla base di un rapporto redatto dall’Università dell’Arkansas, Divisione agricoltura, dal titolo «Accordo trans-pacifico: cosa può significare per il settore risicolo statunitense», curato da Alvaro Durand-Morat e dal professor Eric Wailes. L’Arkansas infatti produce circa la metà delle esportazioni di riso americano, totalizzando un giro d’affari medio di 2 miliardi di dollari l’anno negli ultimi cinque anni.
La variazione sulle esportazioni americane dovrebbe riguardare un aumento delle esportazioni di risi medi, per l’apertura di mercati importanti come il Giappone, e dall’altra la riduzione dei lunghi. Una delle conseguenze dell’accordo infatti sarà, ad esempio, la cancellazione dei dazi di ingresso per il riso vietnamita sul mercato messicano, che ora sono pari al 20% sul lavorato e 10% sulle rotture di riso: al momento il Messico è uno dei grandi acquirenti di Indica a stelle e strisce ed è probabile che la leva del prezzo farà spostare gli acquisti verso il prodotto asiatico. Complessivamente l’impatto dell’accodo sul mercato globale del riso sarà limitato, e dovrebbe fermarsi al 5,1%. Il modello economico utilizzato, spiegano i ricercatori, offre strumenti di analisi del mercato perfino più accurati di quelli utilizzati dalla Commissione internazionale americana per il commercio: mentre quest’ultima ha valutato il riso considerandolo un’unica commodity, il controllo dei dati effettauto dall’università dell’Arkansas ha tenuto conto dei fattori legati alle diverse varietà e lavorazioni.