Natale di riso tra la speranza per il 2025 e l’amaro lasciato da un’annata complicatissima.
Nella sapienza antica di quando la nostra gente aveva il tempo di fermarsi a pensare ai proverbi che si tramandavano solo oralmente, in dialetto, si diceva :
“An bisest, an funest – Anno bisestile, anno funesto”, in lingua perde la rima, ma il senso è quello. Da oltre mezzo secolo a fare il mestiere più bello del mondo, a lavorare la Terra Amata, un anno da tribolare così tanto, non mi era mai capitato, per svariate ragioni, quando ti trovi un figlio in coma, intubato in rianimazione e non lo riconosci più, puoi solo pregare, solo la fede ti può aiutare. Tutto diventa più difficile, la Vita ci da delle prove, dobbiamo superarle, anche la campagna è iniziata in maniera difficile, nelle scritture antiche è stato scritto :
E’ MEGLIO LA POLVERE CHE IL FANGO
“Chi semina nel pianto, raccoglierà nella gioia ” ma non è andata così. Oltre ad avere le spine sul cuore per i problemi di famiglia, anche il tempo non ci ha favoriti, nella primavera, le continue piogge e l’aratura sempre rinviata :≪ Smetterà di piovere, non può piovere sempre ≫. Invece continuava a piovere e il tempo passava e allora ci provavi ad andare ad arare, ma era un disastro , si riempivano le ruote di fango e l’aratro dietro faceva disastri. Qualcuno ci ha provato solo a fresare senza arare, ormai era troppo tardi, bisognava pur seminare. La grande paura di restare senza acqua durante il periodo della sommersione, questa primavera è stato l’ultimo dei problemi , anzi , l’acqua era troppa. Il mio vicino di campi, il Carlo, diceva sempre :≪L’è meij la puar che la pauta – E’ meglio la polvere che il fango ≫. Ma di polvere in primavera non ne abbiamo vista: solo il fango.
LA RACCOLTA DEL RISO OLTRE SAN MARTINO
Bene o male e con ritardo, si è seminato. La varietà più coltivata è stata il Diva, un Provisia, molto produttivo, ma un pò tardivo, una meteora, passata veloce e poi ritirata, il suo sostituto, l’Elite ha dei problemi di germinabilità, 60% è troppo poco. Anche il tempo della raccolta è stato un disastro. Non si è raccolto nella gioia, di solito si dovrebbe finire per i Santi. Invece, per molti è andata ben oltre San Martino (11 novembre ) . Dove è nata la coltivazione del riso, voluta dai monaci a Lucedio, ho visto campi con il raccolto abbandonato, irrimediabilmente perso, il giro attorno con delle carreggiate pazzesche e poi lasciato li a marcire sotto la pioggia, anche un po’ di neve a novembre.
LA SCELTA GIUSTA
Poi ancora a Cascine Strà alle porte di Vercelli a metà dicembre, la mietitrebbia ancora in campo , nella nebbia e campi interi ancora da tagliare, cose mai viste. La produzione , specialmente in Baraggia, è stata inferiore degli altri anni, bisogna andare indietro di almeno venti anni per ricordare un altro anno con produzioni così basse. Anche la resa di lavorazione non è eccellente. Se ne sente di 40%, ma alcuni anche di 20%. Ci criticano sempre che noi gente di terra ci lamentiamo sempre. Tuttavia, la realtà è questa. Purtroppo, anche i prezzi non è che danno soddisfazioni. Dopo un leggero fremito alla fine di novembre, è tutto fermo, tranquillo. Questo è il tempo di programmare, di decidere cosa seminare e l’incertezza regna sovrana. Bisogna decidersi a breve e sperare di aver fatto la scelta giusta.
LA SPERANZA PER IL 2025
Dopo un “Annus Horribilis” , si spera in un “ Annus Mirabilis – Anno Meraviglioso ”.Ve lo auguro di cuore, anche per me, anche il figlio che era in coma si è ripreso alla grande e “Laudato sii o mi Signore ”.Per chi è interessato a rivedere il mondo del riso come era una volta e come è cambiato, vi consiglio di vedere il film documentario, “Storie di riso ieri e oggi ”. Il documentario sarà proiettato in anteprima sabato 25 gennaio alle ore 21 nel salone polivalente del comune di Carisio, in piazza Giovanni Falcone n. 5. Buon Natale a Tutti. Autore: Pier Emilio Calliera
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