Coltivare il riso è questione di centimetri. Venti. Oppure due, se proprio volete. Ma è soprattutto questione di conoscenza. Parliamo di dati, tanti e precisi, immagazzinati dal computer e disponibili per essere studiati e permettere interventi agronomici mirati. E’ questo il livello di precisione della risicoltura moderna: centimetrico e penetrante, in grado di dirci dove le pannocchie crescono meglio (e soprattutto dove stentano). Lo si può ottenere quando si lavora il campo, lo si concima, lo si semina e lo si tratta, purché sulla testa si abbia un satellite che ci guida. A quel punto, il trattorista può rilassarsi (non troppo) e lasciare che la macchina faccia da sola. Anche quando deve caricare e scaricare, nel senso che il Gps ci riporterà esattamente nel punto della risaia in cui avevamo interrotto il lavoro.
La rivoluzione dell’agricoltura di precisione è stata presentata il 3 luglio a San Pietro Mosezzo dalla Spektra Agri, una società specializzata nella fornitura di sistemi di controllo satellitare e nei servizi connessi. Non l’unica. Una delle più attive, tant’è che, come ha riferito il suo direttore commerciale e marketing Marco Miserocchi (foto piccola), “le nostre basi – le quali sono i punti di riferimento con cui il Gps si orienta, collegandosi al satellite – coprono ormai tutta la pianura padana”.
Il valore aggiunto di queste basi e dell’apparecchiatura che rende possibile la precision farming non si limita alla guida assistita. Queste tecnologie permettono di calibrare i propri interventi agronomici sulla base dei dati che le macchine raccolgono durante i lavori in campo: una messe enorme di dati che “fotografano” il suolo, la vegetazione, il raccolto… centimetro per centimetro. Non a caso la manifestazione che ha presentato queste novità si chiama “Riso Preciso” e si è tenuta alla cascina Motta dove Nino Chiò (foto grande) pratica la risicoltura di precisione da quattro annate agrarie, con soddisfazione, come ha spiegato lui stesso. Miserocchi ha puntualizzato che gli strumenti utilizzati nella precision farming sono tutti diffusi da anni sul mercato. Quello che offrono alla risicoltura sono sostanzialmente due vantaggi: maggior precisione nelle operazioni in campo, attraverso i sistemi di guida assistita, dal Gps e conoscenza analitica della risaia, attaverso la mappatura della produzione e della vegetazione. “Voi pensate che il campo produca 70 quintali ad ettaro e invece no – ha detto Miserocchi -: in alcuni punti sono 90 e in altri 45. Sapere dove significa capire perché; e soprattutto lavorare per colmare il deficit dov’è possibile”. Perché se in prossimità della bocca di irrigazione non puoi sperare in performances eccezionali (ma puoi risparmiare fertilizzante), riscontrare che alcune aree della risaia abbisognano di maggior concimazione consente di migliorare la produttività così come permette di ottimizzare i costi laddove invece la risaia produce a pieno regime. “La guida assistita dal Gps aiuta il vostro trattorista – ha sintetizzato Miserocchi – mentre la mappatura, che è una delle applicazioni della risicoltura di precisione, fa guadagnare voi”. Un linguaggio che i risicoltori capiscono al volo.
Riso Preciso, cui ha partecipato anche il presidente dell’Ente Nazionale Risi Paolo Carrà, ha portato in evidenza l’esperienza della cascina Motta. Come ha spiegato Chiò, sui 170 ettari di coltivazione, questi sistemi hanno consentito un vantaggio economico di 27mila euro all’anno (170 euro ad ettaro) consistito soprattutto nella mancata sovrapposizione degli erbicidi e dei fertilizzanti e nell’uso più efficiente dei macchinari. Secondo il risicoltore si rientra in un anno. “Inoltre – ha concluso Chiò – l’agricoltura di precisione è l’unica strada credibile per assicurare al riso una vera tracciabilità, che è la base per la valorizzazione del nostro prodotto”. (04.07.2014)