In Italia si torna a parlare di aiuti alimentari in riso. L’iniziativa del Pd, che promuove una mozione in Senato e interroga alla Camera dei Deputati il ministro degli esteri. Si vuole sbloccare la convenzione di Londra, cui il nostro paese ha aderito ma rispetto alla quale siamo clamorosamente inadempienti. Questo avviene mentre quasi un miliardo di persone soffrono ancora la fame nel mondo e durante il Vertice G8 che si terr nei prossimi giorni all’Aquila una particolare attenzione verr riservata proprio ai temi della malnutrizione e dell’accesso al cibo. La Convenzione sull’aiuto alimentare, firmata a Londra il 13 aprile 1999, si propone come finalit il conseguimento della sicurezza alimentare nel mondo e il miglioramento della capacit della comunit internazionale di poter far fronte a situazioni di emergenza alimentare e di sopperire al fabbisogno alimentare dei Paesi in via di sviluppo. L’impegno annuo per la Comunit europea e i suoi Stati membri consta di 1.320.000 tonnellate di equivalente grano per un valore indicativo di 422 milioni di euro, incluse le spese di trasporto e altri costi operativi. Il nostro Paese si impegnato a fornire una quota parte di tali aiuti, per 87.000 tonnellate annue di cereali pari a 36,2 milioni di euro; l’Italia ha aderito e dato esecuzione alla Convenzione con la legge 29 dicembre 2000, n. 413, attraverso la quale sono stati stanziati 36,2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2000, 2001 e 2002 ed stato affidato all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) l’incarico di provvedere all’attuazione del programma di aiuto alimentare dell’Unione europea a favore dei Paesi in via di sviluppo mediante la fornitura a questi ultimi della quota di partecipazione italiana. Successivamente, il Comitato per l’aiuto alimentare – organo istituito dalla Convenzione sull’aiuto alimentare dell’accordo internazionale sui cereali del 1967 composto da tutte le Parti della Convenzione di Londra e responsabile della sua applicazione – ha pi volte prorogato la Convenzione e la legge 17 giugno 2004, n. 155 ha autorizzato la spesa di 36,2 milioni di euro per l’anno 2003 – accumulando un primo ritardo di oltre un anno rispetto agli impegni assunti -, mentre l’articolo 5-bis della legge 11 novembre 2005, n. 231 di conversione del decreto-legge n. 182 del 2005, ha stabilito che fossero stanziati 18,1 milioni di euro (invece dei 36,2 previsti per l’anno di competenza), dunque per il solo primo semestre del 2004. L’Italia – sottolineano i senatori – pertanto inadempiente dal dicembre 2003 per un totale di 199,1 milioni di euro e corre il rischio di essere esclusa dalla Convenzione sull’aiuto alimentare. La mozione ha lo scopo di impegnare il Governo a ottemperare all’onere finanziario e rinnovare, in sede di G8, l’impegno dell’Italia nella lotta contro la fame nel mondo. Di analogo tenore l’interrogazione a Montecitorio. La notizia sar diffusa in questi giorni da Il Risicoltore, il mensile dell’Ente Nazionale Risi.
IL CLIMA CAMBIA, CARTESIO NO
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