Il Copa e la Cogeca si oppongono fortemente a qualunque taglio al bilancio della PAC. Secondo gli agricoltori e le cooperative europee, la PAC deve diventare più semplice da gestire e fornire abbastanza flessibilità agli Stati membri per rispondere ai bisogni nazionali, pur senza minare la dimensione comune della politica. Al contrario, la nuova architettura verde e la condizionalità rafforzata propongono molti nuovi obblighi e un livello maggiore di conformità: ma gli agricoltori – sottolinea il Copa Cogeca in uno studio presentato nei giorni scorsi – «possono rispettare gli obblighi soltanto se sono remunerati sufficientemente per il loro lavoro. Anche gli eco-regimi proposti dovrebbero essere semplici, non dovrebbero compromettere le misure del secondo pilastro e dovrebbero essere efficienti sotto il profilo economico».
Le proposte di Copa Cogeca
Il Copa e la Cogeca sono per due pilastri forti e per i pagamenti diretti e propongono «una dotazione specifica di almeno il 60% per i pagamenti diretti (sostegno al reddito di base per la sostenibilità) nel I pilastro» e contrastano eccessivi trasferimenti fra pilastri. «L’aiuto accoppiato dovrebbe essere mantenuto per lo meno al livello attuale (13+2%). In termini di dotazione specifica nel II pilastro, siamo convinti – scrivono Copa e Cogeca – che gli aiuti alle zone soggette a svantaggi naturali dovrebbero ridiventare parte della dotazione specifica del 30% per i regimi agro-climatico-ambientali». Copa e Cogeca si oppongono fortemente a un plafonamento obbligatorio e ritengono che una più equa distribuzione dei pagamenti diretti possa essere raggiunta tramite una definizione forte di “vero agricoltore”. Inoltre, la riserva anticrisi dovrebbe fornire più fondi rispetto agli attuali 400 milioni di EUR e dovrebbe ricadere al di fuori dell’ambito del QFP (Quadro Finanziario Pluriennale) per rispondere adeguatamente a qualunque crisi nel settore agricolo. «Il processo di approvazione dei piani della PAC – leggiamo nel documento – non dovrebbe mettere a rischio la tempestività dei pagamenti agli agricoltori e un sufficiente periodo di transizione andrebbe fornito per garantire una introduzione graduale della nuova politica».
Il ruolo del riso
Nella nuova architettura verde, «il riso andrebbe escluso dall’avvicendamento delle colture» affermano, chiedendo di stabilire misure di gestione del rischio per contrastare la volatilità del mercato: «la trasparenza del mercato è essenziale ed è indispensabile l’attuazione di misure specifiche come ad esempio tramite la diffusione di un gruppo di controllo e la creazione di osservatori dei prezzi su tutta la filiera. In particolare dovrebbero essere previste delle discussioni relative alla situazione di mercato del riso nell’ambito dell’osservatorio del mercato dei seminativi.
L’importanza dell’etichetta
Anche la tracciabilità è necessaria e in particolare è indispensabile applicare a livello dell’UE, l’etichettatura obbligatoria del paese di origine. Ciò sarebbe possibile se si adottassero norme per la commercializzazione del riso nell’ OCM unica». Il documento si sofferma molto sull’etichettatura: «Indicare in etichetta dove è stato prodotto il riso, vale a dire dove è stato raccolto, dovrebbe essere obbligatorio per ogni Stato membro, giacché ciò permette: ai consumatori di fare scelte informate; di garantire la sufficienza alimentare; di garantire la qualità della produzione; di produrre nel rispetto delle norme ambientali; di contribuire alla crescita economica e all’impiego nei paesi d’origine». L’etichettatura rappresenta, viene sottolineato, «una sfida per gli agricoltori: una possibilità di essere maggiormente riconosciuti sul mercato; valore aggiunto per la produzione europea; possibilità di avere un miglior ritorno dal mercato».
Introdurre un aiuto all’ammasso per il riso Japonica
Infine, «per garantire un più libero flusso dell’offerta immettendo gradualmente prodotti sul mercato, riteniamo sia necessario introdurre un aiuto all’ammasso per le organizzazioni di risicoltori e le loro cooperative, in particolare per il riso Japonica. Occorre mantenere gli incentivi per gli investimenti nel secondo pilastro, in particolare gli investimenti volti a migliorare gli strumenti di irrigazione e l’utilizzo delle risorse idriche» osserva il documento.
Ferraris insiste sulla promozione
Misure sostenute dal presidente del gruppo riso del Copa Cogeca, recentemente rieletto: «credo che una delle priorità più importanti per l’inizio della presidenza sia quella di applicare la clausola di salvaguardia per 3 anni» ha dichiarato Giuseppe Ferraris, aggiungendo che «sulla base del recente sviluppo della politica di promozione dell’UE dei prodotti agricoli, incoraggeremo i nostri membri a presentare i programmi più adatti applicabili al cofinanziamento. La sfida in termini di promozione per il settore del riso è sensibilizzare i consumatori sul fatto che questa coltura è conforme agli elevati standard di produzione e alla piena tracciabilità, in particolare negli Stati membri produttori di riso. I messaggi chiave della promozione dovrebbero concentrarsi sul valore nutrizionale del riso, sul suo metodo di produzione rispettoso dell’ambiente, sui vari modi di cucinarlo e sulla sua conformità con elevati standard di produzione e sicurezza alimentare».