Visto l’importante calo di disponibilità di risone, i prezzi dovrebbero poter mantenere i valori attuali. Lo abbiamo spiegato nell’articolo di ieri. Il mercato all’ingrosso del risone, però, è sempre stato fortemente volatile, ancor di più nell’ultimo anno.
Abbiamo di recente parlato con Giovanni Nipoti (leggi), per analizzare un’impostazione aziendale che è riuscita a mitigare l’influenza della volatilità e dell’incertezza che ne deriva sui propri ricavi, allontanandosi dalle dinamiche di mercato. Nell’azienda S. Maria dei Cieli, gestita da Nipoti, si è scelto di affidarsi a vendita diretta e contratti di filiera. Tuttavia sono molte le impostazioni completamente o in parte slegate dal mercato, che permettono una maggiore stabilità e meno fluttuazioni nel guadagno durante la singola campagna di vendita.
«PUNTIAMO SULLA QUALITÀ»
Ne è un esempio l’esperienza di Fabrizio Rizzotti, titolare dell’azienda agricola Rizzotti di Vespolate (NO), che si occupa di coltivazione, trasformazione e vendita di riso Carnaroli, Artiglio e Razza 77. Egli afferma: «Destiniamo buona parte della nostra produzione alla vendita al dettaglio. Vendita che attuiamo dopo aver lavorato noi stessi il prodotto. Abbiamo scelto questa strada per creare un prodotto di qualità. Prodotto che lavoriamo a pietra in modo da preservare al meglio. Crediamo che questo sia l’unico modo per ottenere una fetta di mercato partendo da zero di questi tempi, non potendo competere con la quantità di riserie ben più strutturate della nostra».
«Il nostro vanto sono gli impianti di lavorazione, che ci permettono di ottenere un prodotto che si distingue dagli altri, anche grazie alla scelta di utilizzare tre varietà dal chicco e dalle caratteristiche veramente uniche. Effettuiamo anche la lavorazione per conto terzi, essendo sempre più le aziende che vogliono vendere il loro riso. Per farlo vogliono che questo sia lavorato nel modo migliore e che ne preservi la qualità ricercata dal consumatore».
«LA VENDITA DIRETTA È PIÙ PREMIANTE»
«Noi e le aziende che scelgono questa strada lo facciamo per slegarci dalla vendita all’ingrosso – spiega il produttore –, nel quale i ricavi sono decisi da altri ed estremamente fluttuanti. Così cerchiamo di avere una base economica stabile e autonoma, che ci permetta maggiore equilibrio nel bilancio aziendale. Parte del raccolto, in ogni caso, la destiniamo anche alla vendita presso la borsa merci. Guardando ai listini attuali, credo che la remunerazione sia in grado di retribuire l’aumento dei costi ma non possa coprire le gravi perdite avute dalla mia e molte altre aziende a causa della siccità. In questo senso la vendita al dettaglio riesce nel mio caso ad essere più premiante». Autore: Ezio Bosso
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