Domanda in calo e mercato fermo in tutte le sue valutazioni nelle sedute di inizio settimana (leggi l’analisi).
TRASFERIMENTI DEFICITARI ANCHE NEL BIO
Perennemente immobili anche le voci del riso biologico, in tutte le sedi in cui vengono quotate. Anche per questi risi, come visto ed analizzato nei convenzionali, i trasferimenti sono ridotti a parità di data rispetto alla precedenti campagne. Le rimanenze oggi sono 15.858 tonnellate, maggiori rispetto alla media degli ultimi tre anni pari a 14.721 tonnellate. Questo avviene nonostante la produzione sia calata del 27% rispetto alla media dei tre anni precedenti, attestandosi poco sotto le 60 mila tonnellate quando nei 3 anni precedenti è sempre cresciuta partendo da 79 mila tonnellate per arrivare nel 2021 ad oltre 85 mila. Affrontiamo il momento della produzione biologica e le prospettiva per la prossima campagna con Roberto Marinone, risicoltore di Nicorvo (PV).
«Il mercato del risone biologico nella campagna in corso non si è dimostrato così premiante. Anche per questo motivo si è ceduta all’industria meno merce alla luce dei prezzi proposti. Questi sono ormai alla pari con alcune voci del listino convenzionale, elemento che ritengo sorprendente viste le maggiori difficoltà di produzione, a cui si sono aggiunte le stesse criticità delle altre impostazioni a causa della carenza idrica. Un po’ più positivo il mercato dei risi da interno, non quotato a listino ma per il quale si ottengono prezzi migliori, pattuiti di partita in partita. La quotazione, infatti, non viene riportata in quanto le partite scambiate di questi risi sono poche. Queste, infatti, sono spesso vendute direttamente dal produttore come nel mio caso».
«STRATEGIA EST SESIA UTILE AD INCENTIVARE LA DIVERSIFICAZIONE»
«Tornando al tema della disponibilità idrica, nella passata stagione ho subito danni importanti in risaia come tutti gli agricoltori di questa zona. Io semino riso su un terzo dell’azienda mettendolo in rotazione con leguminose e altri cereali. Tutte le coltivazioni hanno subito danni a causa della carenza idrica, in misure differenti ma senza eccezioni. Nei terreni coltivati a riso ho registrato perdite comprese tra il 40% ed il 50% della produzione abituale. I danni alle colture in rotazione sono stati del 10/30% con i cali di produzione minori dove abbiamo consociato le coltivazioni. La coltura più resistente allo stress si è dimostrato essere il miglio.
Quest’anno sto anche pensando di coltivare ceci, pianta notoriamente adatta ai contesti siccitosi – continua Marinone -. La mia azienda ha questa impostazione per stimolare processi che alimentano naturalmente la fertilità del terreno. Esso è reso ricco di sostanza organica anche grazie all’inserimento di sovesci tra una coltura e l’altra, utili anche per attuare la tecnica di risicoltura biologica nota come pacciamatura verde. Ritengo positive le scelte del consorzio irriguo che serve queste zone, in quanto credo che grazie a questa suddivisione l’accesso alla risorsa sia maggiormente equo in caso di carenza rispetto a quanto avvenuto nella passata estate. Questa strategia, inoltre, potrebbe essere utile ad incentivare ad una maggiore diversificazione tutti gli agricoltori dei territori consorziati, non solo quelli più a valle, favorendo lo sviluppo di un’agricoltura più variegata e sostenibile. Tale impostazione permetterebbe di gestire in modo più proficuo la risorsa idrica». Autore: Ezio Bosso.
Puoi seguirci anche sui social: siamo presenti su facebook, instagram e linkedin. Se vuoi essere informato tempestivamente delle novità, compila il modulo newsletter e whatsapp presente in home page. Se vuoi leggere ricette e notizie sul riso in cucina trovi tutto su http://www.risotto.us e se vuoi comprare dell’ottimo riso in cascina collegati a http://www.bottegadelriso.it