Manca l’acqua nei campi, ma non prendetevela con la sommersione del riso. La siccit preoccupa gli agricoltori del Novarese che per, oltre a prevedere possibili danni alle coltivazioni di riso e mais, ora devono rispondere alle accuse di sperperi irrigui. Non la prima volta, accadde gi nell’estate africana del 2003. A riaccendere la polemica l’intervento della "Rosa nel pugno" che ha sottolineato l’opportunit di sospendere la sommersione del riso come soluzione per risparmiare la risorsa idrica. Immediata risposta del direttore della Coldiretti di Novara e Vco, Gabriel Battistelli: "Nessuno tenti di addossare all’agricoltura le colpe dell’attuale crisi idrica, particolarmente per quanto riguarda la produzione del riso. L’ipotesi di irrigazione ”a goccia”? Un proposito del tutto inapplicabile alla nostra risicoltura di tradizione, praticata in una pianura che, non a caso, definita irrigua. Certamente la possibilit di coltivare ”in asciutta” il riso merita sperimentazioni, peraltro gi in atto: ma ricordiamoci che anche il riso coltivato in asciutta, cio senza la pratica dell’allagamento della risaia, ha necessit di frequente irrigazione, con un consumo d’acqua addirittura maggiore rispetto a quello delle tradizionali risaie, data la minor efficacia". Circa la proposta di introdurre il pagamento dell’acqua relativamente al volume consumato Battistelli aggiunge: "La discussione sarebbe possibile: proprio in questi giorni ci troviamo di fronte a canali con una portata ridotta, che obbligano molti utenti alla turnazione. Per le imprese agricole potrebbe essere un legittimo risparmio". E gli invasi idrici? "Basterebbe che quelli attuali possano essere oggetto di un’attenta politica di utilizzo e gestione in grado di assicurare il necessario sussidio. Comunque sia colpa del clima e non degli agricoltori".
COLLI PRESENTA LE SUE CARTE
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