I coltivatori di riso della Camargue davanti al tribunale giudiziario di Tarascon per il possesso e l’uso di pesticidi vietati: l’accusa riguarda le conseguenze di questo utilizzo, che che sul consumo, può avere conseguenze conseguenze ecologiche dirette, poiché le risaie forniscono acqua dolce allo stagno di Vaccarès, nel cuore della Riserva Naturale Nazionale della Camargue.
L’accusa per i coltivatori di riso della Camargue
Tre risicoltori della Camargue in giudizio al tribunale di Tarascon per possesso e uso di pesticidi vietati. In due casi, più di 400 litri di sostanze proibite sono state sequestrate durante una perquisizione condotta nel giugno 2019. Tra questi prodotti, alcuni sono soggetti a deroghe in Spagna, Italia o Portogallo, altri sono totalmente vietati. La questione riguarda però l’uso in questa zona particolare: le risaie della Camargue forniscono acqua dolce allo stagno di Vaccarès, classificato come riserva naturale nazionale, attraverso due canali ad alta sorveglianza ambientale.
Secondo il sito 20minutes.fr, l’uso di questi agrofarmaci, la maggior parte diserbanti, è infatti un segreto di Pulcinella in Camargue. Nell’ultimo rapporto sulla propria attività, la riserva nazionale sottolinea la presenza di 12 sostanze totalmente vietati nelle acque di drenaggio dei canali Fumemorte e Versadou. La maggior parte delle molecole sono vietate da più di dieci anni. «Nel 2009 abbiamo assistito a un inspiegabile crollo dei banchi di anguille nello stagno, essenziali per la vita acquatica, abbiamo sospettato la contaminazione dell’acqua da sostanze inquinanti e abbiamo avviato analisi e monitoraggio della qualità dell’acqua» ricorda Philippe Vandewalle, vicedirettore della riserva.
Quale sarà il futuro della Camargue
Dal processo, dove l’istituzione che rappresenta si è costituita parte civile, attende il «riconoscimento del danno ecologico. Non si tratta di un’azione di boicottaggio contro gli agricoltori, non si tratta di bird watching, ma di garantire che le generazioni future possano ancora vivere dove c’è natura – ha aggiunto Vandewalle – Vogliamo disponibilità di acqua dolce, ma pulita. Dovremmo sederci tutti intorno a un tavolo e pensare insieme al futuro della Camargue», conclude.
Diversa la posizione delle associazioni agricole: Bertrand Mazel, presidente dell’Unione dei coltivatori di riso francesi ed europei, afferma che se gli imputati saranno condannati pesantemente, la risicoltura francese potrebbe scomparire. «Gli agricoltori sono persone razionali, non usano i prodotti per il piacere. Abbiamo piante che sono malate e cerchiamo di curarle. Siamo in un vicolo cieco, non abbiamo soluzioni tecniche», aggiunge.
E ancora: «Ci sono distorsioni della concorrenza con i nostri vicini europei. Alcune molecole sono infatti vietate in Francia e autorizzate in altri paesi europei». Questo è sufficiente ad alimentare appassionate discussioni legali. Nel frattempo, l’inquinamento continua, come ricorda il vicedirettore della Riserva nazionale della Camargue: «Almeno due delle molecole incriminate continuano a riversarsi nello stagno di Vaccarès, si trovano ogni mese negli emissari».
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