In Italia nel 2021 si sono coltivate 171 varietà di riso. E’ come se il consumatore avesse di fronte un enorme scaffale e potesse scegliere di cucinare ogni piatto di riso. Anche il giro d’affari è ragguardevole – 500 milioni di euro – e questa filiera genera anche un flusso di esportazioni importante (60% della produzione nazionale). Ma questo scaffale va riempito. Tema caldo, in questi giorni di semina. Lo affrontiamo con Claudio Pivi, senior cropmanager field di BASF Italia.
Qual è la strategia Basf per le semine?
Quella di offrire ai risicoltori, ancora una volta, delle tecnologie che permettano di accrescere le varietà che saranno immesse sul mercato e il reddito di chi le produce. Mi riferisco ovviamente alle varietà Clearfield® e Provisia®, cui negli ultimi mesi si è aggiuntà l’opportunità di HP, che massimizza la produttività grazie ad una buona qualità del granello e resa alla lavorazione. Affrontare (e vincere) la sfida lanciata dall’Europa con il Farm to fork, che prevede la drastica riduzione dei principi attivi, è possibile sviluppando delle tecnologie che permettano di ottimizzare l’utilizzo degli agrofarmaci, come stiamo facendo in BASF ormai da anni.
Ma se si coltivano già moltissime varietà, che senso ha differenziare ancora?
Significa soddisfare le richieste di un mercato sempre più esigente perchè globale e volatile, dove vince chi specializza la propria offerta sia sul fronte dei costi produttivi sia su quello dell’espressione merceologica. Noi stiamo lavorando da alcuni anni in questa direzione e ci prepariamo a immettere sul mercato varietà più performanti. Con Clearfield® e Provisia® siamo riusciti a rendere di successo il vantaggio competitivo del controllo delle infestanti e abbiamo intrapreso, insieme ai principali breeder nazionali, un intenso programma di sviluppo di varietà di riso adeguate al mercato in tutti i suoi segmenti.
Qual è la strategia che unifica queste produzioni?
BASF ha come preciso obiettivo quello di mettere a disposizione dei risicoltori tutto quanto è necessario, in termini di qualità e di quantità di produzione, per garantire all’Italia la leadership nel settore attraverso la fornitura di tecnologie, strumenti e servizi all’avanguardia per l’eccellenza del riso italiano.(IP).