Rischio export. Tutti temono che l’inasprimento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina abbia effetti negativi sull’andamento degli scambi. L’aumento dei dazi americani dovrebbe scattare venerdì e colpire le importazioni dalla Cina per un valore di 200 miliardi di dollari. «Le tensioni in atto da quasi un anno – spiega Confagricoltura – hanno già alterato i consolidati flussi commerciali. Le esportazioni agroalimentari Usa verso la Cina sono diminuite di circa 10 miliardi di dollari alla fine dello scorso anno. La soia americana, non più competitiva sul mercato cinese per effetto dei dazi, è stata indirizzata verso l’Unione europea. Nel giro di pochi mesi, gli Stati Uniti hanno preso il posto del Brasile quale primo fornitore di semi di soia dell’Unione. Oltre il 70% delle importazioni totali arriva ora dagli Usa». Entro il 18 maggio Trump deve decidere sull’applicazione di dazi aggiuntivi sulle auto importate dalla UE, il che scatenerebbe una guerra commerciale anche con l’Europa. L’export agroalimentare dell’Italia destinato agli USA supera i 4 miliardi di euro l’anno. Quello americano è il primo mercato di sbocco fuori dalla UE; il terzo in assoluto dopo Germania e Francia. Vini, olio d’oliva e formaggi, insieme alla pasta, incidono per oltre il 60 per cento sulle esportazioni totali in valore. Da solo, l’export di vini assicura introiti nell’ordine di 1,5 miliardi. Ma cosa rischia il riso? Dal bilancio dell’Ente Nazionale Risi risulta che le esportazioni dall’Italia verso gli Stati Uniti sono le seguenti (base riso lavorato): 66 tonnellate di tondo, 146 di medio, 256 di lungo B e 8736 di lungo A: in altre parole rischiano i risotti. Non a caso, sulle 9204 tonnellate esportate, ben 6253 sono piccole confezioni di riso. Autore: Luciano Pellegrini
PAGANINI PREMIATO DAL MERCATO
Paganini resiste al brusone più del Vialone Nano, assicura un 20% in più di produzione e anche rese più elevate e stabili