Ma come nascono le graduatorie del Psr in Piemonte? La domanda sorge spontanea, dopo l’ecatombe di domande sulla misura agroambientale delle cover crop tra i risicoltori. «Ne finanziano 260 ma io sono arrivato 500esimo…» è il commento che si ascolta più spesso in queste ore. Avevano concorso in 776. Non sono riusciti a superare il muro delle “priorità”, conformate ad un’agricoltura di montagna.
SERVE LA FATTURA DEL SEME CERTIFICATO PSR
Da settimane la misura in questione era oggetto di polemiche e mugugni, perché si era scoperto, con colpevole ritardo, che per aderire è necessario esibire in seguito la fattura d’acquisto del seme certificato. In queste ore sui social è tutto un mercato di loietto… I più accorti hanno deciso di seminare orzo. Tuttavia, la questione più esplosiva riguarda le graduatorie che ancora una volta – come già in passato – escludono. le aziende risicole tra Novara e Vercelli, di qualsiasi colore sindacale siano.
Stesso problema, pare, lo riscontra chi ha cercato di farsi finanziare gli investimenti di precision farming. Meno drammatico l’esito della minima lavorazione, che ha premiato soprattutto i giovani. A questo punto sorge un’altra domanda: che senso ha, assessore Protopapa (nella foto), annunciare tanto spesso che la Giunta piemontese ha finanziato questo o quella misura se poi, alla resa dei conti, non trovate i soldi per sostenere né le misure della sostenibilità né quelle dell’innovazione? E soprattutto, perché le aziende agricole “fortunate” ancora una volta non appartengono alla pianura? (scarica le graduatorie: Determinazione _n-856_11_10_2023) Autore: Paolo Viana
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