Il riso diventa una pedina di scambio sullo scacchiere internazionale africano: l’Egitto sta valutando l’ipotesi di seminare riso, uno dei prodotti di base per i suoi 90 milioni di abitanti, in Gabon, dopo che il governo egiziano ha ridotto le risaie a causa della carenza d’acqua. Nel suo incontro con il ministro degli Esteri del Gabon, Abdu Razzaq Guy Kambogo, a margine degli incontri preparatori del 32esimo summit dell’Unione Africana ad Addis Abeba, il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha discusso la possibilità di assegnare terre comuni in Gabon per coltivare il riso, ha affermato il ministero degli Esteri egiziano in una nota.
Questione idrica
L’Egitto è diventato importatore di riso in seguito alle misure governative che hanno ridotto le risaie; il 21 maggio 2018, il presidente Abdel Fatah al-Sisi ha ratificato gli emendamenti alla legge sull’agricoltura n. 53 del 1966, in base alla quale il governo determinerà le aree in cui coltivare alcune colture ad alta intensità di consumo di acqua come il riso e la canna da zucchero. Le aree coltivate saranno ridotte nelle prossime stagioni a causa della scarsità d’acqua, dato che un feddan (pari a circa 0.42 ettari) coltivato a riso consuma 7.000 metri cubi d’acqua. L’Egitto ha bisogno di almeno 105 miliardi di metri cubi di acqua all’anno per soddisfare le esigenze di oltre 90 milioni di cittadini. Tuttavia, attualmente dispone solo 60 miliardi di metri cubi, di cui 55,5 miliardi di metri cubi provengono dal Nilo e meno di 5 miliardi di metri cubi provengono da acque sotterranee non rinnovabili nel deserto.