Risoitaliano sostiene la ricerca del Politecnico di Torino per capire come riutilizzare le biomasse di scarto della risicoltura. La prospettiva è quella di trasformarle in “biochar”, un ammendante biologico a base di carbonio per terreni, prodotto tramite incenerimento di biomasse o scarti vegetali (pirolizzazione). La procedura rientra nelle metodologie certificate per il sequestro del carbonio atmosferico.
LA FERTILITA’ MIGLIORA
Diverse ricerche internazionali hanno dimostrato che questo ammendante biologico favorisce considerevolmente la ritenzione idrica e la fertilità del suolo, aumentando la resa dei raccolti con considerevoli risparmi su irrigazione e utilizzo di altri fertilizzanti e/o concimi. Il tema lo sta studiando il Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione – DIGEP, con il supporto tecnico del Dipartimento di Ingegneria Ambientale, del Territorio e delle Infrastrutture (DIATI).
BASTANO POCHI MINUTI
La biomassa di scarto d’origine deve essere vegetale. Ecco che l’attenzione è ricaduta su tutti quegli scarti che la risicoltura e le lavorazioni postume alla raccolta del riso producono.
«È nostro obbiettivo, dunque, comprendere attraverso lo studio di un campione di ricerca il quantitativo di biomassa disponibile nella regione (essendo il fiore all’occhiello del settore in Italia) e se viene valorizzata o meno dagli agricoltori. Inoltre, essendo la diffusione del Biochar ancora agli albori, vorremmo studiare la propensione degli agricoltori al suo utilizzo. Per queste ragioni vi chiediamo se potreste compilare il seguente questionario (4 min.) e diffonderlo a colleghi, professionisti ed esperti del settore. L’obbiettivo è quello di raggiungere un campione tale che possa aiutare i ricercatori a sviluppare nuovi modelli di produzione che facilitino i futuri produttori di Biochar» spiega il ricercatore Marco Illich.
Risoitaliano e il Politecnico chiedono ai risicoltori di rispondere al brevissimo questionario che potete scaricare qui: Microsoft Forms