Adattamento nel breve periodo al cambiamento o contrastare il gas serra aumentando il sequestro dei gas climalteranti: sono le contromisure possibili al climate change. Le due opzioni sono state analizzate da Amedeo Reyneri della università di Torino durante il convegno degli agronomi vercellesi sul clima.
«Se il cambiamento climatico è affrontato senza adattamento crolla la produttività – ha spiegato Reyneri – dicendo che le azioni possono essere per il riso seminare in condizioni termiche più favorevoli almeno in primavera, praticare la falsa semina, usare le cover crop e, infine, rendere più efficiente l’irrigazione. La strategia obbligata per tutti i seminativi è la nuova genetica accompagnata da una irrigazione efficiente».
IL CLIMATE CHANGE VINTO DALL’AGRICOLTURA 4.0?
i vincoli per questa trasformazione sono costituiti dalle difficoltà di adeguare la rete irrigua, i principi attivi (a causa della normativa sempre più restrittiva) e la difficoltà a selezionare varietà idrorisparmiose.
«La produttività è fondamentale. Bisogna aumentare l’efficienza della concimazione azotata e l’agricoltura di precisione ci aiuta, lavorazioni del suolo ridotte, irrigazione efficiente e appunto varietà che si adattano ai cambiamenti climatici» – ha commentato Reyneri.
«Quanto all’agricoltura 4.0 è un aiuto ma ha dei costi, di circa 150.000 euro. Molte aziende non se lo possono permettere. La piccola azienda può avere un trattore a guida assistita, per passare al rateo variabile. I costi esplodono e le soluzioni sono due: contoterzismo o mettersi insieme in cooperative» ha concluso. (Nella foto, a destra il professor Reyneri, a sinistra Paolo Viana che ha moderato il convegno)
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