Domenica 22 Aprile nelle sale del castello di Rovasenda si è svolta la quindicesima edizione del convegno “Il Riso: alimento fondamentale per la salute umana”, un appuntamento noto ai risicoltori, che ogni anno propone dibattito e confronto sul tema coltivazione alternativa e sostenibile del riso, prendendo spunto dalle idee per uno Sviluppo Sostenibile di Mario Pianesi, Presidente onorario e fondatore dell’associazione “Un Punto Macrobiotico”. Quest’anno, ovviamente, l’evento si svolgeva in un clima particolare: tuttavia, la bufera che ha investito Pianesi (leggi l’articolo del Corriere della Sera) – non ha intaccato l’entusiasmo degli organizzatori e dei presenti, circa un centinaio, accorsi all’evento da più parti d’Italia per ascoltare i vari autorevoli relatori che hanno affrontato vari aspetti del mondo risicolo.
Il Dott. Ferloni, dipartimento di Chimica, sezione di Chimica Fisica Università di Pavia; ha relazionato sulle condizioni ambientali ideali per ottenere produzioni ottimali, sempre nella consapevolezza che la produttività agricola lorda, in ecosistemi coltivati, non può accedere alla potenziale produttività di ecosistemi naturali. La proposta è quella dell’utilizzo di carbone vegetale (biochart) come ammendante. Sono stati portati all’attenzione dei presenti studi condotti da ricercatori di Ente Nazionale Risi che contrastano con altri esperimenti, condotti su terreni asciutti dove si sono evidenziati effetti ambientali positivi, apportando benefici alla fertilità del suolo al run-off e alle degradazioni del medesimo per effetto di coltivazioni intensive prolungate.
La dott.ssa Chiara Minuzzo, ricercatrice botanica, collaboratrice con l’università di Torino; ha presentato la preoccupante situazione della specie endemica Isoëtes malinverniana, pianta rara localizzata oramai solo esclusivamente in alcuni siti tra Rovasenda e Lenta, tutelata dai SIC e da ferree normative Europee che vorrebbero preservarne i pochi esemplari presenti al mondo. Le minacce per questa felce acquatica si ipotizzano siano portate, oltre che da fattori intrinseci alla specie, dalla gestione dei canali praticata in agricoltura, dalla realizzazione di infrastrutture cementificate e dall’inquinamento diffuso delle acque.
La Dott.ssa Simona Bonelli, ricercatrice del dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università degli studi di Torino; ha relazionato sulla biodiversità in risaia sottolineando che molte specie necessitano dei sistemi agricoli, meglio se più naturale, per trovare ambienti utili alla loro sopravvivenza.
Un contributo più tecnico è stato quello di Luca Ridone, risicoltore di Robbio; sperimentatore al primo anno del “metodo Stocchi” con fermentazione della pacciamatura verde, inserito nelle più ampie pratiche colturali della Policoltura MAPI.
Interessanti gli aspetti agronomici che Ridone ha paragonato in modo molto puntuale alle più conosciute pratiche convenzionali, dove la produzione del 22% minore della prova con lo “metodo Stocchi” ha riscontrato una resa alla lavorazione quasi simile alla risaia Convenzionale; mentre una netta differenza di Vaiolatura, 1% sulle prove MaPi e del 18% sul testimone Convenzionale, ha permesso alcune ipotesi che lo stesso Ridone ha formulato sperando in un confronto in sede di dibattito con i tecnici di ENR, purtroppo assenti per motivi istituzionali.
Netti ed evidenti sono i risparmi riassunti da Luca Ridone nella tabella che riportiamo, già pubblicata sugli atti del 15°Convegno.
Tesi | Spesa Convenzionale €/Ha | Spesa MA-PI 1 e 2 €/Ha |
Fitofarmaci | 200,00 € | 0,0 € |
Concime | 259,00 € | 0,0 € |
Sementi | 211,00 € | 230,0 € |
Carburante | 204,00 € | 105,0 € |
Spesa finale | 874,00 € | 335,0€ |
Più filosofico il contributo di Daniele Giordani, Artigiano e – come dice lui stesso – risicoltore per “gioco”, che ha posto ai presenti la domanda: che tipo di fatica il risicoltore moderno deve sostenere oggi rispetto al passato? l’esperienza di coltivare del riso completamente a mano ha fatto comprendere a Giordani che la fatica del contadino non è più fisica (il trattore, i concimi e i diserbi non fanno più sudare la fronte) ma mentale (i conti devono quadrare, le spese sono tante e c’è da “starci dentro”). Il tema del bilancio aziendale è preoccupazione sempre esistita e forse ultimamente accentuata dalle evidenti disuguaglianze dell’importazione che discriminano i piccoli, l’Italia risicola, confronto ai grandi collegni asiatici.
“Il problema dei soldi avvelena le menti – dice Giordani– facendo dimenticare alle persone di quanto è bello coltivare la terra e di quanto si possa gioire del proprio lavoro”.
La sottoscritta, in rappresentanza dell’azienda Una Garlanda ssa di Stocchi Fratelli e C., ha presentato nuove considerazioni sulle scelte di coltivazione alternativa applicate da quasi un ventennio. Dopo aver ideato e sperimentato con successo la pratica di fermentazione su erbaio “metodo Stocchi”, pratica che si stà diffondendo nel mondo della coltivazione biologica del Riso, inserita nella più articolata proposta agricola chiamata Policoltura MA PI, le osservazioni e le prove degli Stocchi non si fermano andando a sfiorare il paradossale, con alberi e arbusti dentro le camere di risaia.
Sono state illustrate le motivazioni di questa scelta analizzando la situazione agricola e ambientale del passato opposta a quella creata con la monocoltura chimica dell’ultimo cinquantennio. Prendendo spunto dalla Policolturale MAPI, pensata, proposta e realizzata grazie a Mario Pianesi, l’azienda Stocchi tenta di trovare un buon intermedio di azione, concedendo ad alberi, anche da frutto, un po’ di spazio, mantenendo e proseguendo nelle medesime risaie, ovviamente rimpicciolite, la coltivazione di riso con il metodo ideato, alternando in rotazione cereali e legumi.
Il Dott. Riccardo Sammartano, Presidente ADICONSUM Piemonte, ha sottolineato l’importanza della tracciabilità dei prodotti agricoli, prendendo spunto dall’etichetta trasparente Pianesiana ETP come lodevole esempio di approccio utile tra l’altro alla messa in sicurezza anche del riso prodotto in Italia.
In conclusione la Dott.sa Luisa Memore, medico ISDE sezione di Torino, ha collegato molte malattie del passato ad una scorretta alimentazione che oggi è aggravata dai cibi spesso contaminati. Lo studio sul Microbiota intestinale evidenzia incedere di squilibri metabolici degenerativi, causati principalmente da una superficiale scelta dei cibi. Autore: Mara Stocchi
VUOI SAPERE COSA PENSA UGO STOCCHI DEL CASO PIANESI? LO LEGGERAI DOMATTINA SU RISOITALIANO!