Tra il 10 e il 25 ottobre, l’Ente Risi ha stimato il 50% di superficie raccolta. Le operazioni di raccolta sono state particolarmente attive nelle aree della Baraggia biellese e vercellese, dove il taglio è iniziato in anticipo. Al contrario, le operazioni di raccolta sono partite in ritardo nel Basso Vercellese perché hanno risentito delle semine tardive. In merito alle produzioni, scrive Il Risicoltore, “emerge un diffuso malumore tra i risicoltori” di quell’area, che lamentano rese alla lavorazione deludenti, soprattutto nelle varietà da mercato interno (anche sotto il 40% di resa in grani interi).
Nel Novarese, la raccolta è iniziata a fine settembre, ma ha subito un rallenta mento iniziale a causa dell’elevata umidità del risone e l’eccessiva presenza di grana verde. La grandine, poi, ha devastato l’area di Nibbia. Anche qui campane a morto. Ritardo nel Pavese, funestato dal brusone, come avevamo già segnalato. Non è possibile una vera stima, ma anche qui, come nel resto della Lombardia, ci sono molte pannocchie sterili e grana verde. La bassa qualità colpisce i risi da interno. Nelle provincie di Ferrara e di Rovigo il raccolto si attesta al 60% con flessioni produttive fino al 15%, a causa del brusone, come nel Mantovano e nel Veronese. Si salva Oristano: la superficie raccolta si attesta intorno al 70%, con produzioni “soddisfacenti” secondo l’Ente Risi.
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