IL COMMENTO DI EDUARDO VERA
INSETTI PROTAGONISTI NEGATIVI
D’altra parte, la realtà dimostra che il riso ha già avuto diverse stagioni difficili sia a Siviglia, sia in altre parti d’Europa. In questa stagione, la Spagna ha potuto contare solo su 55.733 ettari di riso: nel 2010 erano più di 122.000.Vera, che rappresenta anche il settore del riso anche nel Copa-Cogeca, individua nel brusone e nella presenza della cimice verde alcuni dei problemi principali, perché a Siviglia, a differenza di altre zone risicole della Spagna, non è possibile utilizzare prodotti contro l’insetto , che ha ridotto gran parte del raccolto nel 2018.
Da allora, i parassiti e la scarsa qualità dell’acqua, con un’elevata salinità, hanno causato perdite a catena al settore sivigliano. Per questo motivo, chiedono aiuto all’Europa, poiché le pesanti perdite, sommate all’attuale situazione mondiale e all’aumento dei costi di produzione, significheranno la fine dell’attività per molte famiglie di risicoltori.
E LA POLITICA AGRICOLA?
A tutto ciò si aggiunge la minaccia rappresentata dall’avvio della nuova Pac, i problemi ambientali, con una significativa perdita di zone umide e, naturalmente, la siccità. Per questo, ha aggiunto, è necessario migliorare le infrastrutture idrauliche, crearne di nuove e mantenere i flussi ecologici.
Un’altra delle principali esigenze del settore è la mancanza di principi attivi per il trattamento dei parassiti e i problemi di concorrenza che i Paesi terzi possono causare. Infatti, in relazione a questo problema, alcuni mesi fa, il Copa-Cogca ha promosso il Sistema di Preferenze Generalizzate (Spg) nell’Unione Europea. Il sistema prevede l’inclusione del riso nella clausola di salvaguardia automatica. La clausola proteggerà i produttori spagnoli dalle importazioni da Paesi terzi come la Cambogia e il Myanmar. «Il problema – ha aggiunto Vera – ora è che questo accordo, approvato dal Parlamento europeo, venga ratificato dalla Commissione europea e dal Consiglio. Se così fosse, la clausola potrebbe essere nuovamente attivata all’inizio del 2023 ».
Tuttavia, nonostante le numerose difficoltà, il settore risicolo può vantare di essere uno dei più moderni e tecnologici della provincia di Siviglia, grazie a investimenti significativi nelle aziende agricole, che restano pioniere nella produzione integrata.
FARM TO FORK
In particolare, più di settanta tecnici specializzati controllano e analizzano quotidianamente la coltura palustre, in modo che utilizzi le dosi minime ed esatte di cui ha bisogno. «Abbiamo anticipato la strategia europea ‘From farm to fork’ – sottolinea – D’altro canto, sono in corso progetti innovativi come S.A.M.A,, Progetto di monitoraggio del riso basato su immagini satellitari, IoT e intelligenza artificiale”, al quale partecipano, oltre alla Federazione dei produttori di riso, l’Università di Siviglia, la società Emergya e la società tecnologica Cta.
Inoltre, sono in corso prove, con la collaborazione del Ministero dell’Agricoltura regionale, per l’utilizzo di droni nelle coltivazioni. Altri progetti innovativi portati avanti dal settore sono una procedura per la combustione controllata dei residui colturali e un gruppo operativo che, insieme all’Ifapa e alle aziende di biomassa, compostaggio e biogas, mira a rivalutare la paglia di riso».