Quotazioni ancora invariate in seguito alle sedute di borsa di Novara e Vercelli. Il clima in sala di contrattazione appare “prefestivo”. Si scambia poco risone nell’attesa del nuovo anno e di conoscere i dati ufficiali relativi a raccolto e giacenze, mentre si inizia a parlare di alcuni dati ufficiosi.
PIÙ ETTARI MA MENO RACCOLTO
In particolare, si vocifera di poco più di 1,4 mln di tonnellate come disponibilità complessiva. Un valore inferiore a quello dello scorso anno, pari a 1,47 mln, nonostante la superficie a riso sia passata da 210.239 ha nel 2023 a 226.129 ha nel 2024, come affermato da Ente Risi. Questo significherebbe una produzione ad ettaro nettamente in calo rispetto allo scorso anno, a testimonianza di un’annata difficile per i risicoltori dovuta ad un ‘eccessiva piovosità nei periodi di semina e raccolta. Considerando i costi di produzione, appare chiaro come sia difficile considerare valutazioni pari o inferiori ai 45 €/q lordi come un prezzo remunerativo, come testimoniato da un offerta reticente nell’accettare vendite a queste cifre.
Tali rimangono però in auge per alcuni gruppi merceologici. I meno remunerati continuano ad essere i lunghi A da parboiled “ex tipo Ribe”, con risi come Diva e Ronaldo che ricevono offerte economiche attorno ai 42-43 €/q lordi, nonostante valutazioni maggiori a listino per il secondo. Per questo comparto la disponibilità attesa è elevata, considerando un investimento in forte aumento nell’ultima campagna. Discorso analogo per i tondi generici, come Omega, Enea ed Araldo. Per questi risi, tuttavia, il contesto di mercato appare in miglioramento, con la conferma di affari conclusi a 47 €/q lordi per i primi due e di 50 €/q lordi per il tondo Provisia, come riportato nell’ultima analisi (LEGGI).
CALA L’INTERESSE PER IL SUSHI
L’unica novità rispetto alla scorsa settimana, secondo quanto riportato dagli operatori, è un calo nell’interesse della domanda per i tondi da sushi. Per Selenio i compratori hanno smesso di cercare risone e spendono con più fatica i 65 €/q lordi a listino quando l’offerta propone delle partite sul mercato. Ancor meno l’interesse all’acquisto per Centauro e similari che non sembrano trovare più compratori a 60 €/q lordi. Una tendenza che sembra testimoniare la “pancia piena” del mercato da sushi, dopo il maggiore interesse dell’ultimo periodo. Ciò è confermato anche da una domanda calante per Sunrose, medio generico afferente a questo mercato.
Per questo riso, come per tutti i medi generici, i 50 €/q lordi proposti come valutazione ufficiale non sembrano più ottenibili da chi voglia vendere. Le riserie, infatti, non offrono più di 45 €/q lordi, alla luce di disponibilità attese in decisa crescita per un comparto dove l’ettarato investito è cresciuto del 159% secondo Ente Risi. Resta stabile tra i 50 ed i 55 €/q lordi il gruppo dei lunghi A “ex tipo Loto”, tra cui figurano altri risi afferenti anche nel mercato da sushi ma anche risi adatti al mercato interno.
TENDENZE STABILI PER LUNGHI B E INTERNO
In quest’ultimo segmento nessuna novità e pochissimi scambi, in questo caso per la volontà dell’offerta di attendere i dati sulle disponibilità prima di cedere alle offerte dell’industria, in molti casi più basse delle quotazioni ufficiali. Un discorso valido per il gruppo Arborio, quotato 100 €/q lordi ma con offerte mai superiori a 95, e Caravaggio e similari, in Lombardia a 100 €/q lordi ma con offerte in linea con la quotazione piemontese di 95. Nell’ultimo periodo anche per alcune varietà del gruppo Baldo/Cammeo, come CL 712, non si vedono compratori offrire i 70 €/q lordi a listino. Permane la stabilità per il gruppo Roma, con i 75 €/q lordi consolidati e corrisposti alla vendita.
I lunghi B restano a listino tra i 49 ed i 50 €/q lordi ma alla vendita i risicoltori continuano a faticare nell’ottenere tale remunerazione in questo frangente. Attendiamo di capire quale sia le giacenza attuale, considerando un investimento in calo compensato da trasferimenti ampiamente al di sotto del consueto. Autore: Ezio Bosso
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