In quasi tutte le aziende risicole sono ormai avviate le operazioni di raccolta per il 2024.
UN RACCOLTO SEGNATO DA PIOGGIA E FREDDO
Le continue piogge dell’inverno e della primavera scorsi, con il relativo abbassamento delle temperature, avevano fatto pensare ad un ritardo nell’inizio della mietitura rispetto alle scorse annate. Va comunque sottolineato che gli scorsi anni sono stati caratterizzati da un notevole aumento delle temperature rispetto alla media del periodo e di conseguenza si era assistito ad un avvio del raccolto già nel mese di agosto. Il ritorno ad una maturazione del riso in epoca più tradizionale sembra quindi apparire un “ritardo”. Se valutiamo la situazione nelle diverse zone possiamo però evidenziare una notevole differenza.
SEMINA IN ACQUA PIU’ DIFFUSA
Nell’areale piemontese, le semine del riso sono avvenute nei periodi indicati per le diverse varietà, grazie ad una maggiore diffusione della “semina in acqua”. Infatti, quest’ultima meno risente delle condizioni ambientali, e di una minore adesione delle aziende al “piano di sviluppo rurale”. Succede che il Psr impone vincoli al periodo di lavorazione dei terreni: ciò ha consentito ad un maggior numero di aziende piemontesi di effettuare le operazioni di aratura prima del mese di marzo e di conseguenza ha permesso di seminare nelle epoche canoniche.
RITARDO DELLA VEGETAZIONE E DELLA FIORITURA
Le basse temperature, che sempre si accompagnano alle piogge, hanno avuto anche in Piemonte la loro influenza, portando ad un ritardo della vegetazione e della fioritura.
Tuttavia, secondo Giuseppe Zanzola, risicoltore in Cerano (NO), questo ritardo è annullato dai venti del mese di settembre. Venti che hanno provocato la fine del ciclo vegetativo del riso consentendo la maturazione. Sempre le basse temperature hanno avuto una negativa influenza sul raccolto provocando l’aborto delle spighette non ancora completamente mature che l’essiccatoio manda poi ad accumularsi nelle aree di deposito della lolla e della “scatola” invece che nei silos come granella. Molte aziende segnalano una produzione molto abbondante di tali sottoprodotti.
Almeno in questa prima fase del raccolto, questa sembrerebbe una costante del 2024.
EFFETTI DELL’ELEVATA PIOVOSITA’
L’andamento molto piovoso dell’anno ha avuto le sue principali conseguenze nell’areale risicolo lombardo.
In molte zone, infatti, le semine si sono protratte molto più a lungo del solito a causa della mancata possibilità di effettuare i normali lavori di preparazione del terreno (soprattutto per le aziende aderenti al piano di sviluppo rurale) al punto che, alcune aziende, hanno dovuto seminare sulle “stoppie” del raccolto precedente.
“CONFLITTO” MAIS E RISO
Inoltre molte aziende sono anche coltivatrici di mais e spesso hanno dovuto sfruttare le poche giornate “utili” per la semina dello stesso, indispensabile per la aziende zootecniche e per quelle
che avevano sottoscritto contratti con “biodigestori” per la produzione di corrente elettrica, a scapito della semina del riso.
L’obbligo di acquisto di semente certificata, volto a conseguire l’aiuto pubblico imposto per la prima volta al riso dalla normativaa, ha spinto molte aziende ad approvvigionarsi “per tempo”, e spesso con varietà a ciclo vegetativo “lungo”. Non in tutti i casi è possibile effettuare a campagna già inoltrata un cambio delle sementi certificate con altre varietà più “precoci”, nonostante gli sforzi delle ditte sementiere e dei rivenditori per accontentare i clienti.
UN PICCOLO CASO STUDIO…
Il sig. Marco Sala, risicoltore di Giussago (PV), sostiene che purtroppo è stato costretto a seminare i risi che aveva a disposizione, riuscendo solo in parte ad approvvigionarsi di nuova semente. Questo ha portato a semine anche verso la fine del mese di giugno con varietà che avrebbero invece rischiesto una semina più precoce. Data la diffusione di coltivazione nelle aree delle province di Pavia, Milano e Lodi di risi con granello destinato al “mercato interno”, la percentuale di risi di questo gruppo seminati in ritardo è maggiore. Fortunatamente il caldo del mese di luglio ha consentito un recupero evidente anche per le semine molto tardive che, tuttavia, non ha potuto essere completo.
Nelle coltivazioni seminate “fuori tempo massimo” si assiste alla completa maturazione del culmo principale che però presenta pochi e radi culmi di accestimento spesso abortiti.
Staremo a vedere se questo influenzerà la produzione e di quanto.
Allo stato attuale della raccolta non è possibile quantificare quanto prodotto sia andato perso a causa del ritardo di semina, né che influenza potrà avere la raccolta effettuata durante il mese di ottobre sulla stessa.
Autore: Franco Sciorati
Puoi seguirci anche sui social: siamo su facebook, e linkedin. Se vuoi essere informato delle novità, compila il modulo newsletter e whatsapp presente in home page. Se vuoi leggere ricette trovi tutto su http://www.risotto.us e se vuoi comprare dell’ottimo riso in cascina collegati a http://www.bottegadelriso.it