Le continue piogge autunnali stanno ostacolando la raccolta del riso in tutte le aree risicole.
Ormai molte aziende sono costrette ad accelerare le operazioni di raccolta nei giorni in cui è possibile farlo, immagazzinando il risone, per poi procedere nei giorni di pioggia alla sua essiccazione.
TERRENO INCOSISTENTE E ARGINI FRADICI
Sono poi segnalate anche numerosi problemi per il movimento dei mezzi agricoli all’interno delle risaie. Il terreno, reso inconsistente dalle piogge, non sopporta il passaggio di mietitrebbie e pesanti carri agricoli, in particolare quando sono a pieno carico. In numerose coltivazioni le trebbiatrici sono costrette ad interrompere il lavoro di raccolta per andare a svuotare il risone sul carro fuori dal campo in quanto i trattori, pur potenti, non sono in grado di entrare negli appezzamenti coltivati.
Altri problemi sono segnalati per la movimentazione dei mezzi lungo le stradine di campagna. Argini fradici di pioggia non reggono il peso dei mezzi facendoli finire nei fossati o peggio. Anche l’avanzamento dei mezzi nel campo è ostacolato dal fango che non consente ai cingoli di “fare presa sul terreno”, particolarmente per alcuni tipi di cingolatura. Dopo alcuni anni in cui il clima aveva consentito delle operazioni di raccolta senza particolari problemi, pare che nel 2024 le operazioni saranno lunghe e complicate. Vediamo in dettaglio l’andamento della raccolta nelle diverse aree.
RACCOLTA AL 40% IN PIEMONTE
Nell’areale piemontese la raccolta procede a rilento. Secondo quanto dichiarato da Cesare Rocca del CAP di Nord ovest: «la raccolta avrà raggiunto il 40% della superficie coltivata». “Per ora le produzioni sono inferiori a quelle dello scorso anno del 10-15%”, prosegue Cesare, e «le rese alla lavorazione sono ridotte, in particolare per quanto riguarda le varietà da mercato interno».
«Questo è possibile attribuirlo sia al mancato accestimento causato dall’andamento stagionale che alla forte presenza di spighette abortite, causate sia dalle temperature che dalle malattie fungine», conclude Cesare Rocca. Carlo Merlini, risicoltore e tecnico nella zona di Mantova si associa a quanto indicato da Rocca. «Anche nelle nostre zone si segnala una rilevante incidenza di malattie fungine e di aborto fiorale in particolare per la nostra varietà di punta: il Vialone Nano».
RACCOLTA AL 65% A MANTOVA
“Nel nostro areale la raccolta è ormai al 60-65 % ma le produzioni e le rese alla lavorazione sono insoddisfacenti”, prosegue Carlo. “La riduzione di produzione sembra aver assorbito l’aumento di superficie seminata, riportando i quantitativi previsti per la vendita a quelli dello scorso anno”.
“Nel nostro areale riponiamo grandi speranze nella nuova varietà Paganini come sostituto per il tradizionale Vialone nano”, conclude. Anche nella zona lombarda la situazione appare simile a quella piemontese. Le semine, mediamente effettuate in ritardo e il lento sviluppo del riso hanno causato anche da noi problemi per la raccolta.
SITUAZIONE A MACCHIA DI LEOPARDO NEL PAVESE
Tuttavia la situazione appare più variegata. Se in alcune aree siamo ormai al 60% di risone raccolto, in altre la percentuale è molto più contenuta. Mediamente riteniamo che il riso ormai in magazzino sia appena il 45% del totale della superficie. «Ho raccolto il riso seminato al mese di Giugno e la produzione, anche se appena sufficiente, risulta inferiore di circa un 25% rispetto al riso seminato in epoca tradizionale», afferma Stefano Castelli risicoltore in quel di Siziano – PV.
«Ritengo che i risi con granello “da mercato interno” non saranno in grado di raggiungere produzioni regolari, in particolare quelli dei gruppi Canaroli e Arborio molto danneggiati dalle malattie fungine», conclude Stefano.
CAMPI NON RACCOLTI
Aggiungiamo che sicuramente nell’areale lombardo, alcuni dei campi seminati oltre la metà di Giugno molto probabilmente non verranno raccolti. In conclusione la raccolta 2024 appare come una delle più difficoltose degli ultimi anni, in linea con la stagione che ha creato ogni sorta di problemi sin dalle semine. Autore: Franco Sciorati.
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