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QUESTA È LA NOSTRA GUERRA

da | 24 Feb 2022 | NEWS

L’Europa è in guerra. Non l’Unione europea, ma l’Europa dei mercati e delle persone che vivono, consumano, lavorano e si spostano. La nostra terra. Non ce ne occupiamo in modo approfondito e continuo in questo notiziario perchè il nostro compito è quello di informarvi sulla risicoltura e vi terremo fede fino alla fine. Al momento, le conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina non sembrano riflettersi sui mercati del riso, anche se è pensabile che presto avremo una ricaduta sui prezzi del risone e del riso lavorato, nonchè sui flussi di importazione ed esportazione. Sicuramente, questa situazione comporterà un ulteriore rincaro dei fertilizzanti e dei prodotti chimici e un’ondata inflattiva sui beni di consumo. Assisteremo impotenti a questi fatti e, quel che è peggio, vi assisterà impotente il nostro governo: è salutare che vi siano rappresentate tutte le forze, destra e sinistra, in modo che nessuno possa chiamarsi fuori dalla responsabilità della sconfitta della pace. Qualche ignorante tra noi penserà che la guerra porta profitto: i conti li faremo alla fine, ma questa guerra non è certamente un toccasana per quella ripresa economica in cui l’Europa sta profondendo grandi risorse e l’Italia ha modo di utilizzarle per cambiare pelle e anima. In queste ore, si nota la grande distanza tra le parole della politica e i fatti della Storia. In queste ore appare evidente l’inadeguatezza di una classe politica che si affida agli slogan, alle emozioni e alla illusoria sequela del potere, della “forza”. Una classe politica che non studia e che non ha a cuore la persona umana, che non sa cosa sia il bene comune. Gente che fino a qualche mese fa prendeva l’aperitivo per dimostrare che un virus non esiste e gente che flirtava con Putin. Non possiamo condannarli. Sono figli nostri. Li abbiamo allevati noi: li abbiamo votati perchè ci sentivamo moralmente superiori ai berlusconiani o perchè ci davano fastidio tutti questi comunisti per strada, a pulire i vetri delle auto. Legittimo votare chi ci pare, certo, ma dovevamo chiedere di più. Senza nulla togliere ai pochi politici seri, al momento del voto dovevamo esigere candidati di maggior spessore e proposte politiche pertinenti con i problemi e le soluzioni, con un pizzico di attenzione al bene comune e non solo ai nostri interessi. Avevamo il dovere di farlo – sia finalmente chiaro – ben più del nostro operaio e del nostro panettiere: perchè, caro amico mio, se la Storia ti ha dato un grande podere, che magari fu donato ai tuoi avi da un Re, o che i tuoi avi comprarono dopo aver fatto fortuna nei commerci o nelle professioni liberali, quella terra è tua e nessuno te la deve toccare, ma quella terra non è solo uno strumento di benessere per te e la tua famiglia. E’ potere economico. E il potere è una responsabilità. Fare soldi senza occuparsi di chi ci governa o limitarsi a odiare e sghignazzare non è proprio di una classe dirigente ma di un suddito. Ricordiamocelo, mentre sentiamo il fragore delle bombe che cadono in Ucraina. Le bombe possono cadere ovunque. Autore: Paolo Viana

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