Divisi dall’acqua. In tempi di siccità parrebbe impossibile, invece la diga della Valsessera divide. E molto. C’è chi la invoca da anni e chi non la vuole proprio. Abbiamo ricevuto lettere e commenti da entrambi i fronti e abbiamo deciso di affrontare l’argomento dando la parola a favorevoli e contrari. Partiremo dalla presa di posizione che è giunta per prima in redazione, il 29 dicembre scorso, a firma del deputato di M5S Mirko Busto (foto piccola). Si tratta di una nota per la stampa, sintetica e chiara, che boccia l’opera. Domani troverete invece su Risoitaliano.eu l’articolo del direttore del Consorzio di bonifica della Baraggia, il quale spiega perché quest’infrastruttura sia utile. Leggete e fatevi un’idea.
Iniziamo dal Movimento 5 Stelle. L’onorevole Busto scrive che «L’unica soluzione per salvaguardare il nostro ambiente, la nostra terra e la sua capacità produttiva da siccità, desertificazione e catastrofi naturali è un piano a lungo termine fatto di tante piccole opere utili, abbandonando qualsiasi progetto faraonico. Per esempio, la diga in Valsessera, una grande opera di dubbia utilità ma di certo con un enorme impatto ambientale ed economico. La diga in Valsessera non garantirà l’autosufficienza idrica negli anni a venire. Anzi gli agricoltori, in futuro, potrebbero ritrovarsi a dover contrattare il prezzo dell’acqua con un solo gestore monopolista invece di attingere a risorse proprie, più affidabili e certamente più economiche.
Non condivido la giustificazione del cambiamento climatico sollevata da un’associazione di agricoltori per sostenere il progetto d’invaso. Al summit di Parigi, come soluzione al clima impazzito, ho invece parlato di una nuova economia rispettosa dell’ambiente e che salvaguardi gli sprechi d’acqua e di materie prime. Non abbiamo bisogno di più acqua, ma di razionalizzare l’uso di quella esistente, usando al contempo l’agricoltura per scopi ambientali, in altre parole per sequestrare nel sottosuolo le emissioni di carbonio che contribuiscono all’innalzamento climatico.
Come M5S ribadiamo la nostra sfiducia nel progetto. Il cambiamento climatico non può in alcun modo essere utilizzato per dimostrare l’utilità di questa diga. Non è l’ambiente biellese a dover essere stravolto, ma è l’agricoltura a doversi adattare a un nuovo modello economico sostenibile e, sul lungo periodo, più redditizio. L’invaso proposto è un’opera appunto faraonica, che mi ricorda la storia di una piramide egizia, conosciuta come la ‘piramide di Meidum’: durante la sua costruzione che avrebbe dovuto farla svettare in altezza per ben 92 metri, il rivestimento crollò». (15.02.2016)