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QUEL CONFLITTO CON IL RISO

da | 10 Set 2005 | Riso in cucina

E’ morto a Milano Gaetano Afeltra, una storica firma del Corriere della Sera. Attualmente ricopriva l’incarico di consigliere del gruppo Rcs Quotidiani e scriveva per le pagine di cultura. Era nato ad Amalfi nel 1915 ed era diventato scrittore, memorialista e giornalista. Arriv• a Milano negli anni ’40, dove aveva trovato lavoro all’ufficio stampa dell’Ente Nazionale Risi. Lui stesso ha raccontato quell’esperienza in un elzeviro sul Corriere e lo ha fatto con un briciolo di ironia, raccontando il suo personalissimo "conflitto d’interessi" con il nostro cereale. Afeltra era arrivato nella citt… della Madonnina dalla natia Amalfi con precise abitudini alimentari: "non trovare pi— certi cibi attizzava la nostalgia – ha scritto sul Corriere il grande giornalista scomparso -. A Milano si mangiava alla milanese: risotti, cotolette, minestrone, messicani, il foiolo (la trippa)… Non dico che nei ristoranti gli spaghetti non si trovassero, ma gli spaghetti e i maccheroni di casa mia, la pasta vera e propria che veniva asciugata al sole, come li ricordava la mia memoria guastativa, quelli non c’erano". Insomma, un sincero cultore della "grande concorrente", di cui scrisse con perizia di gastronomo e penna di scrittore. In quegli anni, per•, il riso era gi… una presenza economica importante nel Paese e anche a Milano e Afeltra, giovane giornalista, lavorava proprio all’Ente Risi. Un impiego in "palese contraddizione" con la passione del grande giornalista per la pasta, cui Afeltra indulgeva piacevolmente, arrivando a educare i ristoratori milanesi – allora poco avvezzi ai ricettari mediterranei – sulle "squisitezze degli spaghetti pomodoro e basilico". L’ha ricordato lui stesso sul Corriere, aggiungendo che "Tale funzione di propagandista gastronomico mi cost• una reprimenda. Lavoravo all’ufficio stampa e propaganda dell’Ente Risi dove mi occupavo della spedizione dei ricettari sui vari modi di preparare un piatto di riso. Venuto a conoscenza del mio proselitismo – scriveva qualche anno fa Afeltra -, insomma dei miei suggerimenti per gli spaghetti, il mio capo all’Ente, un vecchio ex militare, il commendator Gallino, mi prese da parte e con misura mi ricord• che, come dipendente dell’Ente e in particolare dell’ufficio propaganda, io avevo dei doveri per cos dire etici, che non mi consentivano di farmi promotore pubblico di un prodotto alimentare, gli spaghetti, in ovvia concorrenza con il riso. Si configurava per me, con larghissimo anticipo, una specie di conflitto di interessi". Un elzeviro delicato e interessante per chi come noi ha a cuore sia la storia del riso che quella del giornalismo e della societ… italiana, di cui Afeltra fu grande testimone. Il giornalista campano, infatti, dopo una breve esperienza a L’Ambrosiano, fu chiamato al Corriere nel 1942, dove ricopr le cariche di redattore, redattore capo e vicedirettore: la notte del 25 luglio 1943 era di turno e a lui tocc• chiudere il Corriere del giorno in cui Mussolini fu destituito dal Gran Consiglio del Fascismo; come tocc• a lui chiudere il quotidiano dell’8 settembre 1943, listato a lutto e con una sola parola per titolo: "Armistizio". L’8 settembre 1943 fu il suo ultimo giorno di permanenza al quotidiano di via Solferino, che lasci• per partecipare alla resistenza. Tornato a Milano nel ’45, fu al timone del Corriere Lombardo, di Milano sera e, successivamente, responsabile del Corriere d’Informazione. Ô stato per quasi un decennio vicedirettore del Corriere della Sera, affiancando i direttori Guglielmo Emanuel e Mario Missiroli. Dal 1972 al 1980 Š stato direttore de Il Giorno. Infine Š tornato al Corriere. Ha scritto libri come "Corriere primo amore" (Bompiani, 1984), "Missiroli e i suoi tempi" (Bompiani, 1985), "Famosi a modo loro" (Rizzoli, 1988), "Desiderare la donna d’altri" (Bompiani, 1986), "Com’era bello nascere nel lettone" (Rizzoli, 1991). Il suo ultimo libro Š "Milano amore mio", pubblicato da Rizzoli alla fine del 2000. Tra le sue opere anche "Positano dar… la luce al mondo", scritto a quattro mani con Dino Buzzati, e, per l’appunto, "Spaghetti all’acqua di mare. Sapori di un’infanzia meridionale".

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