Ormai la frittata è fatta. Il brusone non sarà monitorato, quest’anno, nel Vercellese, anche se le istituzioni – Regione e Provincia comprese – avrebbero il dovere di farlo, perché il Pan, nell’imporre regole sempre più ferree a chi fa lotta integrata, prevede anche che gli enti pubblici effettuino i monitoraggi e forniscano agli agricoltori le informazioni necessarie per rispettare la legge. E invece, così è se vi pare. Regione Piemonte e Provincia di Vercelli si accusano a vicenda di non aver allestito la rete dei captaspore (presente invece nel Novarese) e intanto il brusone avanza. Già, perché se è pur vero che i primi bollettini emessi nel Novarese parlano di rischio zero, ciò sembra dipendere dal fatto che le spore ci sono ma non sono ancora attive. Basta una variazione meteorologica e siamo in piena emergenza. Questo gli enti pubblici lo sanno bene ma fanno finta di nulla, anche perché non conviene mettere nero su bianco le reciproche responsabilità. Ma sanno bene che rischio si corre: tant’è vero che non appena ci si sposta dall’assessorato all’agricoltura a quello competente per l’ambiente le certezze emergono e si scopre addirittura che esiste un elenco precisissimo delle varietà sensibili al brusone. E’ lo stesso che abbiamo pubblicato un anno fa (leggi articolo) ma questa volta ha i crismi dell’ufficialità: lo trovate nella sezione “inquinamento diffuso” che analizza la situazione delle acque piemontesi e l’impatto dell’agrochimica. Tra i materiali utilizzati per definire le misure di mitigazione c’è lo studio Titone (leggi QUI) e c’è l’elenco delle varietà di riso sensibili (leggi QUI), che quindi fa testo in Regione, anche perché la pubblicazione è connessa alla disciplina che prevede da quest’anno delle limitazioni nell’uso di talune sostanze attive usate per contenere funghi e infestanti in risicoltura. Ma allora ci chiediamo: se all’assessorato all’ambiente della Regione Piemonte sanno che esiste un grosso problema con il brusone, al punto da redigere una lista dei risi suscettibili (e disciplinare contestualmente l’uso degli agrofarmaci), com’è possibile che all’assessorato all’Agricoltura sia stato sottovalutato il problema? L’assessore Giorgio Ferrero sostiene che la responsabilità è tutta della Provincia, che non ha fatto alcuna richiesta a suo tempo, dimenticandosi a sua volta il progetto di lotta al brusone. Noi crediamo alla buona fede di tutti, ma vorremmo capire cosa sia realmente successo, perché per colpa di questa dimenticanza ci saranno agricoltori che non tratteranno o tratteranno troppo i loro campi, subendo perdite economiche e attacchi di brusone. Di questi tempi, la politica ha tutto l’interesse nel fornire risposte chiare.
ACQUE REFLUE CONTRO LA SICCITA’
Riutilizzare le acque reflue bacinizzandole in due cave, per usarle quando serve l’acqua per l’irrigazione.