La discussione è in corso – la prima a sedersi al tavolo con Bruxelles à stata la Lombardia, che ha accresciuto le risorse del 14,5% rispetto alla vecchia programmazione – ma secondo indiscrezioni provenienti da Bruxelles i Programmi di sviluppo rurale 2014-2020 delle Regioni italiane corrono il rischio di essere approvati non prima del via libera al Bilancio comunitario 2015, previsto per la prossima primavera. Il rischio è quello di perdere un intero anno di operatività. Questo slittamento dei tempi di approvazione per motivi di contabilità europea – denunciato dalla Regione Emilia-Romagna, che ha stanziato con questo programma 1,2 miliardi di euro – si aggiunge al ritardo già accumulato in Italia a seguito della tardiva sottoscrizione dell’Accordo di partenariato con l’UE per l’utilizzo dei fondi europei, avvenuto alla fine di ottobre 2014. Da Bologna è partito l’appello ai Governi europei a proporre alla Commissione un’approvazione in via tecnica dei Psr, prima della formale approvazione del bilancio europeo. Anche da Milano sono partite lettere di fuoco: l’assessore agricolo Gianni Fava ha scritto al ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina per ottenere «l’approvazione del Programma di sviluppo rurale entro le prossime settimane». Regione Lombardia lo scorso 5 dicembre ha provveduto «a completare il proprio percorso di redazione del Psr», che è già consultabile sul sito dell’assessorato all’Agricoltura. Una data, tuttavia, successiva al 24 novembre, termine posto «dalla Commissione, nella totale ignoranza e inconsapevolezza da parte delle Regioni, come data limite per accedere al cosiddetto carry-over», che consente il via libera di Bruxelles «entro i primissimi mesi del 2015, senza attendere il passaggio parlamentare di approvazione del bilancio comunitario» ha spiegato l’assessore lombardo. «Se lo strumento di programmazione settennale non sarà approvato il più velocemente possibile», per la Lombardia si realizzerebbe una situazione paradossale, con «una Regione che, avendo tempestivamente e totalmente esaurito la propria disponibilità di risorsa a valere sulla passata programmazione, si troverebbe senza alcun margine di manovra o intervento, contrariamente ad altre che, meno efficienti, residuano risorse da poter utilizzare». (23.12.14)
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.