Intorno ai PSR (Programmi di Sviluppo Rurale) crescono attesa e confusione. Attesa da parte degli agricoltori, che sperano in una “boccata di ossigeno” che sostenga gli investimenti e compensi le riduzioni di reddito derivanti dalla riforma PAC. Confusione a livello politico amministrativo, con molte incognite, qualche polemica tra Regioni, Ministero e UE, specie intorno al PSR lombardo (di cui Riso Italiano ha dato conto in http://www.risoitaliano.eu/psr-bloccati-lite-martina-fava/ ; http://www.risoitaliano.eu/psr-rischio-ritardi/ ) e la inquietante sensazione di “nebbia fitta in Val Padana”. Auspicando che tutto si risolva al più presto, pare tuttavia opportuno analizzare quanto contenuto nel PSR della Lombardia, licenziato con DGR 2116 dell’ 11 Luglio 2014. Si tratta, per intenderci, del testo inviato a Bruxelles per l’approvazione, su cui la Commissione UE avrebbe fatto delle osservazioni e richiesto modifiche (http://www.risoitaliano.eu/il-psr-lombardo-si-arena-a-bruxelles/), ma che rappresenta allo stato attuale il più attendibile documento ufficiale sull’ argomento. Il testo della delibera (consultabile da http://www.agricoltura.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=Redazionale_P&childpagename=DG_Agricoltura%2FDetail&cid=1213681652035&packedargs=NoSlotForSitePlan%3Dtrue%26menu-to-render%3D1213277491324&pagename=DG_AGRWrapper ) appare interessante soprattutto per la definizione dell’ entità dei contributi, che mancava nella bozza di PSR sottoposta a pubblica consultazione a Maggio 2014 (su cui la Commissione Agricoltura Sostenibile e PSR dell’ Ordine Agronomi di Milano aveva formulato osservazioni, pubblicate sull’ house organ “Intersezioni” e riprese da Riso Italiano in http://www.risoitaliano.eu/il-psr-radiografato-dagli-agronomi-milanesi/ cui si rimanda per un inquadramento generale della tematica). In dettaglio sembra utile approfondire gli aspetti “risicoli” del PSR lombardo, ribadendo ancora una volta che il condizionale è d’ obbligo stante le attuali condizioni di sostanziale incertezza sui tempi e modi di attuazione delle norme. E ricordando che le misure inserite nel testo del PSR sono “attivabili” e pertanto potrebbero non essere tutte “attivate”, o esserlo con tempistiche e modalità molto differenziate tra loro. Vediamo quindi quali potrebbero essere le misure più interessanti per le aziende agricole a vocazione risicola, suddivise in blocchi schematici.
Le misure strutturali
In questo blocco rientrano le azioni previste dalla Misura 4 “ Investimenti in immobilizzazioni materiali”, a sua volte suddivisa in “sottomisure” ed “operazioni”. Tra queste ultime, che dovrebbero costituire la “concretizzazione” degli interventi, se ne segnalano di seguito alcune.
L’ op. 4.1.a “Incentivi per investimenti per la redditività, competitività e sostenibilità delle aziende agricole” (concettualmente riconducibile alla mis. 121 del “vecchio” PSR), con cui si finanzierebbero:
– opere di miglioramento fondiario, compresa la costruzione e la ristrutturazione di edifici
rurali a fini produttivi agricoli;
– impianti, macchine e attrezzature innovative che favoriscono:
- l’aumento della produttività;
- la razionalizzazione e la riduzione dei costi;
- la riduzione del consumo energetico;
- la produzione di energia da fonti rinnovabili, per uso aziendale;
- il miglioramento dell’efficienza e/o la riduzione delle quantità nell’uso di fertilizzanti e/o prodotti fitosanitari;
– investimenti per migliorare l’efficienza energetica degli edifici rurali produttivi agricoli;
Bisognerà attendere per capire se tra le macchine “innovative” potranno rientrare anche le trattrici (alla luce di quanto disposto dalle norme sulla “revisione”, la cui scadenza è stata recentemente prorogata), anche se ciò appare alquanto improbabile stante il fatto che questo tipo di investimenti non è stato finanziato nel PSR 2007-13 (gli ultimi contributi in questo campo risalgono ad un bando di fine programmazione del PSR 2000-06).
Il sostegno agli investimenti dovrebbe concretizzarsi nel consueto contributo in conto capitale pari al 35% della spesa ammissibile (elevato al 45% in caso di azienda condotta da giovane agricoltore ai sensi dell’ art.19.1.a del reg.1305/13).
Nello stesso filone di intervento potrebbe collocarsi l’ op. 4.1.c “Incentivi per investimenti nell’ambito della filiera agroalimentare” che nel testo della DGR 2116 ha caratteristiche apparentemente analoghe all’ operazione precedente, ma potrebbe essere sostenuta da un apposito bando, con dotazioni finanziarie e requisiti specifici (priorità, punteggi, ecc.).
Potrebbe interessare alle aziende risicole anche l’ op. 4.1.b “Incentivi per investimenti finalizzati alla ristrutturazione o riconversione dei sistemi di irrigazione” che dovrebbe finanziare (con le già citate percentuali di contributo in conto capitale) i seguenti interventi:
a) opere di miglioramento fondiario, compresa la costruzione e la ristrutturazione di manufatti e impianti a fini della razionalizzazione del sistema irriguo;
b) impianti, macchine e attrezzature innovative che favoriscono il miglioramento dell’efficienza irrigua.
Le imprese agricole singole sono invece escluse dall’ elenco dei beneficiari dell’ op. 4.2.a “Trasformazione, commercializzazione e sviluppo di prodotti agricoli”, cui potranno accedere solo imprese agroindustriali, società cooperative agricole ed organizzazioni di produttori.
Nell’ ambito delle azioni “strutturali” rientrano, a parere di chi scrive, anche quelle riconducibili alla Misura 6 “Sviluppo delle imprese agricole”, articolata in tre operazioni.
L’ op. 6.1.a “Incentivi per la costituzione di nuove aziende agricole da parte di giovani agricoltori” (che concettualmente ricalca la mis. 112 del vecchio PSR) dovrebbe consentire di concedere un premio di primo insediamento ai giovani agricoltori, comunque collegato e subordinato ad un “piano aziendale” che preveda investimenti rientranti nell’ ambito di applicazione delle operazioni previste dalla Misura 4. L’ entità del premio è differenziata: 20.000 euro per il giovane che si insedia come titolare di impresa individuale e di società agricola; 25.000 euro per il giovane che si insedia come titolare di azienda individuale o società agricola aderente ad un sistema di cooperative agricole o di associazione di imprese; 30.000 euro per i giovani che assumono la guida di cooperative agricole o di associazione di imprese.
L’ op. 6.4.a “Sostegno alla costituzione e allo sviluppo delle microimprese e delle piccole imprese non agricole” potrebbe essere attivata nelle zone Leader (potrebbe quindi interessare l’ ambito territoriale del GAL Lomellina) e finanziare con un contributo in conto capitale del 50% della spesa eleggibile interventi come:
A. l’acquisizione di attrezzature e macchine per l’innovazione ed il miglioramento qualitativo della produzione;
B. la riconversione o riqualificazione di esercizi commerciali esistenti, anche attraverso l’adozione di formule innovative, quali l’utilizzo di tecnologie informatiche e i cosiddetti“negozi multiservizio”, (ad esempio servizi postali, servizi telefonici/telematici, consegna di prodotti acquistati in altri punti vendita, ecc.);
C. la realizzazione di strutture ricreative e servizi di piccola recettività turistica, servizi nel campo della gestione ambientale e territoriale; studi, consulenze, ricerche,elaborazioni, ecc.a supporto delle iniziative previste dalla misura.
Da ultime le op. 6.4.b “Sostegno alla realizzazione ed allo sviluppo di attività agrituristiche” e l’ op. 6.4.c “Sostegno alla realizzazione ed allo sviluppo di attività di produzione di energia”, sembrerebbero ricalcare le analoghe misure del vecchio PSR.
Le misure agro-climatico-ambientali e l’ agricoltura biologica
Su questo blocco di interventi si concentrano forse le attese maggiori dei risicoltori, specie per la loro immediata ricaduta in termini di reddito per le imprese.
L’ op. 10.1.a “Produzioni agricole integrate” è “riservata” alle aziende che coltivano riso, oppure vite, orticole e frutticole. Prevede l’ applicazione di norme di difesa integrata “volontaria” superiori e più restrittive rispetto a quelle della difesa integrata “obbligatoria” (che, giova ricordarlo, è entrata in vigore con la pubblicazione in G.U. del PAN nel Febbraio 2014), l’ assistenza di un “consulente” abilitato, l’ acquisto dei prodotti fitosanitari previa ricetta emessa dal “consulente”, la predisposizione di un apposito piano di concimazione, la verifica e certificazione funzionale delle attrezzature per i trattamenti, la compilazione obbligatoria del registro dei trattamenti on-line in ambiente SISCO. L’ entità del contributo per l’ impegno principale sarebbe prevista in 170 euro per ettaro. Una “traccia” per la futura compilazione dei bandi, da prendere con beneficio d’inventario, si può scaricare QUI.
L’ op.10.1.c “Conservazione della biodiversità nelle risaie” ricalca quanto previsto dalla ormai nota mis.214-I del PSR in scadenza. La differenza più rilevante sta nel divieto di tracciare il “fossetto delle rane” a ridosso di un canale di competenza di un Consorzio di Bonifica. L’ entità del contributo per l’ impegno principale sarebbe prevista in 120 euro/ha.
L’ op. 10.1.d “Agricoltura conservativa” ripropone a sua volta i concetti informatori della mis. 214-M del PSR in scadenza, intendendo incentivare l’ introduzione (ma non il mantenimento, giacchè le aziende che hanno aderito alla 214-M non saranno più finanziate, contrariamente a quanto accadrebbe ad esempio in Veneto) di tecniche di semina su sodo e di minima lavorazione. L’ entità del contributo per l’ impegno base sarebbe prevista in 230 €/ha per la semina su sodo, e in 190 €/ha per la minima lavorazione.
La più consistente novità, tra l’ altro specificamente “tagliata su misura” per il settore risicolo, è rappresentata dal cambiamento negli “impegni accessori o supplementari” cui l’ agricoltore potrà obbligarsi, sommando i relativi contributi a quelli previsti dall’ impegno base. Questi impegni, alternativi e non cumulabili tra loro, dovrebbero essere:
1- il mantenimento di paglie e stoppie fino al 1° marzo dell’ anno successivo all’assunzione dell’ impegno (già previsto per l’ attuale 214-I) che viene confermato come impegno accessorio per la 10.1.c (cosiddetti “fossetti”) con contributo di 40 €/ha;
2- la sommersione invernale, da realizzarsi per almeno 60 giorni continuativi e per almeno 2 anni nel corso del periodo di impegno, che viene prevista come impegno supplementare per le op. 10.1.a (agricoltura integrata) e 10.1.c (conservazione biodiversità), con contributo di 145 €/ha;
3- la realizzazione di una cover-crop o di una coltura da sovescio di leguminose eventualmente consociate a graminacee come impegno accessorio per almeno 3 anni nelle op. 10.1.a (integrata) e 10.1.c (“fossetti”) e per 2 anni nella op. 10.1.d (agricoltura conservativa), con un contributo di 240 €/ha (argomento che avevo avuto modo di introdurre su Riso Italiano in due precedenti note tecniche).
Un’ altra misura innovativa potrebbe essere rappresentata dall’ op. 10.1.j “Utilizzo effluenti di allevamento da parte di aziende non zootecniche” che potrebbe incentivare il trasferimento di reflui zootecnici da zone “eccedentarie” ad altre “deficitarie” (pur con un limite spaziale di 70 km tra azienda cedente e ricevente) con un contributo previsto di 450 €/ha all’ azienda acquirente.
Per quanto riguarda l’ agricoltura “biologica”, essa viene normata da una misura a sé e scorporata dal novero delle misure agro-ambientali. Le op. 11.1.a e 11.2.a dovrebbero finanziare rispettivamente la conversione ed il mantenimento delle pratiche dell’ agricoltura biologica, con contributi previsti in 175 €/ha per la conversione e 160 €/ha per il mantenimento del “bio” (è interessante notare che in questo caso il contributo è inferiore a quello dell’ impegno base per la difesa integrata volontaria). Quello del “bio” è un argomento attualmente nell’ occhio del ciclone. Senza voler gettare ulteriore benzina sul fuoco delle polemiche che divampano sull’ argomento, e rimandando alle analisi tecnicamente impeccabile dell’ amico e collega Giuseppe Sarasso, mi sembra tuttavia opportuno ricordare al proposito che la chiarezza e la trasparenza vanno a beneficio di tutti, mentre i sotterfugi ed i mezzucci possono forse giovare nel breve a qualcuno, ma vanno a lungo periodo a danno della credibilità di tutta la filiera.
Le misure “trasversali”
La struttura stessa del PSR, impostato su “priorità” e “focus areas” che si intersecano tra loro, comporta l’ individuazione di azioni che potremmo definire “trasversali” e che in specie collegano le misura “strutturali” con quelle “agro ambientali”. In quest’ ambito rientrano le operazioni della sottomisura 4.4 (Investimenti non produttivi connessi agli adempimenti degli obiettivi agro-climatico-ambientali). Tra le azioni attivabili si segnalano l’ op.4.4.a (realizzazione di siepi e filari con contributo pari al 100% della spesa di impianto e di 525 €/ha per mantenimento, derivanti dal collegamento con la mis. 10.1.e), e l’ op. 4.4.b relativamente a:
1) manutenzione e ripristino di fontanili
2) realizzazione di fasce tampone boscate
3) realizzazione di biobed
Quest’ ultimo intervento, che dovrebbe essere coperto da contributo in conto capitale pari al 100% della spesa ammessa, appare particolarmente interessante nell’ ottica della riduzione delle fonti di inquinamento puntiforme da fitosanitari (spesso legate alla non sempre idonea gestione della fase di lavaggio delle attrezzature per la distribuzione) e si inquadra nell’ ambito delle misure di uso sostenibile dei prodotti per la protezione delle colture prevista dal PAN.
Le misure generali
Nella struttura del PSR lombardo rimangono alcune misure “generali” già concettualmente previste dai precedenti strumenti di programmazione. In particolare si segnalano le azioni previste dalla Misura 1 “Attività di formazione e informazione”, basata su eventi finanziati attraverso la misura (corsi, seminari, convegni, ecc.) e dalla Misura 2 “Servizi di consulenza aziendale”, incentrata sui soggetti che saranno selezionati dalla Regione Lombardia per l’erogazione del servizio (su questo punto la poco felice esperienza della mis. 114 del PSR in scadenza induce qualche perplessità).
Un interesse a parte potrebbe nascere dalle nuove azioni finanziate nell’ ambito della Misura 16 (Cooperazione), specie per quanto riguarda la costituzione di gruppi PEI (European Innovation Partnership) per la produttività e la sostenibilità in agricoltura (op.16.1.a), su cui ci sarà occasione di ulteriori approfondimenti quando il quadro sarà più chiaro.
Tutto è ovviamente subordinato a quanto accadrà a livello politico amministrativo, nei complessi passaggi tra Bruxelles, il Mipaaf ed il Pirellone. Gli scenari sono a quanto pare abbastanza incerti. Potrebbe arrivare una accelerazione che porti ad una rapida approvazione del PSR, in tempo per aprire i bandi e presentare le domande per le misure agro-ambientali (su cui l’ attesa e la concentrazione sembrano più elevate) entro il 15 Maggio prossimo. Potrebbe esserci un “ok” di massima da parte dell’ UE, una specie di “lettera di marca” da Bruxelles, che autorizzi Regione Lombardia ad aprire alcuni bandi (principalmente quelli delle “agro-ambientali”) in tempo per presentare le domande entro la fatidica data del 15 Maggio 2015, assicurandone la conformità ad una successiva approvazione “formale”. Ma potrebbe anche slittare tutto di un anno, se il PSR non venisse approvato in tempo utile per la scadenza delle “idi di Maggio”.
Ed a questo punto potrebbe aprirsi lo scenario peggiore per l’ agricoltura lombarda. Perché altre Regioni, magari meno “efficienti” nella gestione della spesa, ma che hanno ancora disponibilità finanziare derivanti dall’ incompleto utilizzo dei fondi PSR 2007-14, potrebbero ricorrere ad un anno di “prorogatio” del vecchio strumento di programmazione. Strada che sembrerebbe invece preclusa alla Lombardia, che ha praticamente esaurito nei tempi previsti i fondi stanziati dal PSR in scadenza. A meno che non si concretizzi l’ ipotesi di un qualche tipo di “misura ponte” che permetta di aprire dei “pre-bandi” e di non “perdere l’ anno”, come avrebbe ventilato qualche giorno fa Giuseppe Blasi, capo del Dipartimento Sviluppo Rurale del MIPAAF, al “Forum agroalimentare” di CDO.
In ogni caso ci sarà modo di tornare sull’ argomento, anche in funzione di quanto sarà contenuto nei bandi e nelle disposizioni attuative, con tutte le regole ed i vincoli connessi (dalle priorità, ai punteggi per l’ accesso alle graduatorie, passando per le limitazioni di superficie, di tempistica degli interventi, di individuazione delle norme tecniche, ecc.), che potrebbero mutare anche considerevolmente il quadro generale delineato dal PSR.
A questo proposito mi sia consentita una riflessione, che vuole essere assolutamente costruttiva, per auspicare un maggiore dialogo, in questa delicata fase di scrittura delle misure attuative, tra i funzionari che dai palazzi della Regione dettano le norme e gli operatori professionali, a partire dai tecnici, che operano quotidianamente a contatto con la realtà delle nostre campagne. Un dialogo ed un confronto che sembrano avere accusato qualche “battuta a vuoto” in occasione di recenti passaggi (dall’ applicazione della direttiva nitrati alla redazione del PAN regionale), e che dovrebbe essere improntato alla reciproca collaborazione nell’ interesse generale.
Nella tabella seguente sono schematicamente riportate le caratteristiche di alcune misure che potrebbero riscuotere l’ interesse delle aziende risicole.
Misura/operazione | Titolo | Descrizione intervento | Contributo |
Misura 4 | Interventi in immobilizzazioni materiali | ||
4.1.a | Investimenti per la redditività, competitività e sostenibilità | Miglioramenti fondiari; macchine, impianti, attrezzature innovative; miglioramento efficienza energetica edifici rurali produttivi | 35% spesa ammessa (45% in caso di giovane agricoltore) |
4.1.b | Ristrutturazione e riconversione sistemi di irrigazione | Miglioramenti fondiari, costruzione manufatti, macchine e impianti per miglioramento efficienza irrigua | 35% spesa ammessa (45% in caso di giovane agricoltore) |
4.1.c | Investimenti nella filiera agroalimentare | Miglioramenti fondiari, macchine e impianti , rispetto requisiti art. 17.5 e 17.6 del reg. 1305/13 | 35% spesa ammessa (45% in caso di giovane agricoltore) |
Misura 6 | Sviluppo delle imprese agricole | ||
6.1.a | Incentivi all’ insediamento giovani agricoltori | Insediamento di giovani tra 18 e 40 anni, subordinato alla realizzazione di un “piano aziendale” collegato con la Mis. 4 | 20.000 € per az. individ. e soc.agr;25.000 € per az.ind.e soc.agr. aderente a coop. o assoc. imprese30.000 € per coop. o assoc. imprese |
6.4.a | Costituzione e sviluppo microimprese e piccole imprese non agricole | Riservato aree Leader (GAL Lomellina) | Fino al 50% spesa eleggibile |
6.4.b | Agriturismo | Fabbricati, servizi, attrezzature | 35% spesa ammessa (45% in caso di giovane agricoltore) |
6.4.c | Produzione energia | Costruzione impianti, reti distribuzione; riduzione emissioni | 30% spesa ammessa (40% in caso di giovane agricoltore) |
Misura 10 | Pagamenti agro climatico ambientali | ||
10.1.aImpegno base | Produzioni agricole integrate | Rispetto disciplinari di difesa integrata “volontaria”; consulente obbligatorio; obbligo di ricetta per acquisto fitofarmaci; piano concimazione obbligatorio; controllo e certificazione attrezzature per trattamenti; obbligo registro elettronico trattamenti su SISCO | 170 €/ha |
10.1.aImpegno access. L | Sommersione invernale | Per almeno 2 anni nel periodo di impegno realizzare sommersione per 60 gg | 145 €/ha |
10.1.aImpegno access. J | Cover-crop(sovescio) | Per almeno 3 anni nel periodo di impegno semina di una cover-crop di leguminose eventualmente consociate a graminacee (es. triticale) | 240 €/ha |
10.1.cImp. base | Conservazione biodiversità in risaia | Creazione fossetti su un lato della risaia (non contigui a canali di compet. Consorzi di Bonifica) | 120 €/ha |
10.1.cImpegno access. C | Gestione stoppie e paglie | Mantenimento di stoppie e paglie fino alla fine di Febbraio | 40 €/ha |
10.1.cImpegno access. D | Sommersione invernale | Per almeno 2 anni nel periodo di impegno realizzare sommersione per 60 gg | 145 €/ha |
10.1.cImpegno access. E | Cover-crop (sovescio) | Per almeno 3 anni nel periodo di impegno semina di una cover-crop di leguminose eventualmente consociate a graminacee (es. triticale) | 240 €/ha |
10.1.dImpegni base | Agricoltura conservativa | Semina su sodo (imp. 1.a) Semina su sodo dopo minima (imp.1.b) Minima lavorazione (imp. 2) Viene finanziata solo l’ introduzione di metodi di agricoltura conservativa | 230 €/ha per 1.a 190+40 €/ha per imp.1.b 190€/ha per im.2 |
10.1.d Impegno access. F | Cover-crop (sovescio) | Per almeno 2 anni nel periodo di impegno semina di una cover-crop di leguminose eventualmente consociate a graminacee (es. triticale) | 240 €/ha |
10.1.j | Utilizzo reflui da parte aziende non zootecniche | Utilizzo effluenti di allevamento su almeno 30% SAU; obbligo PUA/PUAS; max 70 km tra cedente e acquirente | 450 €/ha |
Misura 11 | Agricoltura biologica | ||
11.1.a | Conversione al biologico | Conversione dell’ intera SAU al metodo biologico | 175€/ha |
11.2.a | Mantenimento bio | Mantenimento metodo biologico su superfici già convertite con prec. PSR | 160 €/ha |
Sotto Misura 4.4 | Investimenti non produttivi collegati a pagam. agro-climatico-ambientali | ||
4.4.a collegata a 10.1.e | Siepi e filari | Realizzazione di siepi e filari | 100% spesa impianto525€7ha per mantenimento |
4.4.b | Investimenti non produttivi per migliore gestione risorse idriche | Manutenzione ripristino fontaniliFasce tampone boscateBiobed (riduzione inquinam. puntiforme da lavaggio attrezzature trattamenti fitosanitari) | 100% spesa ammessa |
Autore: Flavio Barozzi (27.01.15)