Rischio brusone a zero, per ora, nel Novarese, da dove arrivano i primi dati del programma Lotta al brusone, finanziato dalla Fondazione Agraria Novarese e dalla Fondazione Banca Popolare di Novara. Un programma monco, perché, come ha denunciato la Provincia di Vercelli, quest’anno i capta spore non sono stati installati nel Vercellese, a causa del venir meno dei necessari finanziamenti regionali. Ovviamente la notizia ha scatenato un putiferio, con lancio di strali polemici da Vercelli a Torino e risposte piccate della Regione. Secondo la Provincia di Vercelli, la Regione ha tagliato i fondi; secondo l’assessorato agricolo di Giorgio Ferrero, la Provincia si è dimenticata di chiederli. Naturalmente, nessuno dei due contendenti si è disturbato a fornire le prove di quanto dice, come se questa fosse una delle tante baruffe estive. Invece non è così: stiamo parlando di una colpevole smobilitazione di fronte al flagello delle risaie, dell’imperdonabile voltafaccia delle istituzioni che abbandonano i risicoltori nel momento più delicato della campagna risicola e fanno mancare un supporto tecnico di una certa importanza, che in questi anni si è fatto apprezzare dagli agricoltori, come provano le proteste giunte in redazione. Ad oggi, dunque, i punti di monitoraggio della Pyricularia sono solo tre, tutti nel Novarese: Cameriano, Nibbia e Terdobbiate. Nel Vercellese, diversamente da quanto accadeva dal 2009, ci si dovrà affidare alle segnalazioni fornite dalle aziende o dai sindacati e aumenterà l’incertezza, proprio in un momento in cui, tra l’altro, la Regione impone regole più restrittive nell’uso dei prodotti chimici in risaia e il Pan prevede che le amministrazioni attivino azioni di monitoraggio come quella che, nel Vercellese, viene a mancare.