Alla tavola rotonda che ha impreziosito l’assemblea dell’unione Agricoltori di Vercelli giovedì, hanno preso la parola Paolo Carrà, Presidente di Ente Risi, Alessandro Panza, neo parlamentare europeo, Luca Brondelli di Brondello, componente della Giunta di Confagricoltura, e Marco Protopapa, Assessore all’agricoltura della Regione Piemonte, coordinati dal moderatore, il giornalista Gianfranco Quaglia. Il presidente dell’Unione vercellese Giovanni Perinotti ha introdotto la discussione ricordando che «le concessioni all’importazione di risone dell’UE a Vietnam (80.000 tonnellate) e Mercosur (60.000 tonnellate) rendono il Dazio appena ottenuto inutile per la difesa della produzione interna e spero che questa situazione si modifichi al più presto. Altro punto focale nell’ultimo periodo è la constatazione che la semina interrata crei degli scompensi al sistema idrico risicolo; CIA è arrivata addirittura a richiedere al Ministero di concedere l’accoppiato riso in base all’adozione della semina in acqua e non credo che ciò avverrà ma probabilmente verrà istituita una misura del PSR che incentivi questa tecnica. Ulteriore tema caldo è la PAC 2020 ed il nuovo PSR che ne scaturirà, è per questo che abbiamo invitato qui l’Onorevole Panza, Parlamentare Europeo, e l’Assessore Protopapa, che saranno fondamentali nella stesura di questi documenti, auspicandoci che si possa instaurare una collaborazione, al fine di ottenere un documento adatto alle necessità di tutti gli agricoltori piemontesi e utilizzabile nella sua completezza». (Di seguito, la videointervista a Perinotti sui danni da grandine dei giorni precedenti al convegno)
Carrà: allarme Pac
Durante la tavola rotonda, Carrà ha sottolineato che «le importazioni ingenti di riso da Myanmar, Vietnam e Mercosur dimostrano che dobbiamo continuare a combattere per il nostro riso e per farlo dobbiamo essere uniti, in particolari con gli enti regionali di Piemonte e Lombardia, che rappresentano il 92% della produzione nazionale. Anche il rapporto con gli europarlamentari è fondamentale per l’ottenimento di altri risultati importanti per il riso italiano, com’ è avvenuto con la Clausola. Bisogna difendersi anche a causa della miopia di certe organi istituzionali europei, che non hanno ben chiare le dinamiche dell’agricoltura nostrana, parlando di esportazione italiana di olio e zucchero di cui siamo oggi importatori. Insomma dobbiamo continuare a difendere la nostra produzione e dobbiamo farlo tutti insieme, mi auguro che sia la Regione che gli europarlamentari continuino a collaborare con noi enti di settore e che questo porti ad una migliore PAC e ad un miglior PSR».
Brondelli: convergenza da rivedere
Luca Brondelli di Brondello si è soffermato invece sulla Pac sostenendo che «ci sono diverse incognite, ad esempio la Brexit, che dovrebbe comportare una riduzione del bilancio agricolo. La Commissione uscente aveva presentato una proposta per il regolamento, questa è stata rifiutata dal nuovo parlamento e dunque si dovrà ripartire da zero. Verosimilmente, alcuni punti verranno ripresi ma si avrà l’occasione di modificare quelli più ostili, ad esempio il taglio stesso, dal momento che il bilancio comunitario è cresciuto in seguito alle maggiori richieste economiche fatte agli Stati membri. L’Europa vuole far passare la PAC come uno strumento di sostegno sociale, legittimandone dunque i tagli, ma essa è uno strumento economico e come tale non può essere ridotta ulteriormente, in un momento in cui le richieste agli imprenditori agricoli sono in costante crescita. Altro punto su cui non siamo d’accordo è la convergenza, sia interna che esterna, in particolare quest’ultima che prevedrebbe l’omogeneità dei contributi tra i diversi Stati membri, un’assurdità se si pensa alla differenza tra i costi di produzione tra l’Italia e i paesi dell’est, ad esempio. Riguardo alla convergenza interna riconosciamo la sensibilità del tema viste le profonde differenze tra i vari comparti produttivi italiani e punteremo alla soluzione migliore per tutti. Sicuramente verrà richiesto dall’UE un Piano Strategico Nazionale, che stiamo già lavorando per costruire con il Ministro Centinaio e sarà un documento fondamentale per le valutazioni dell’Europa riguardo alla nostra agricoltura. In fine sarà fondamentale il rispetto per l’ambiente che si ripercuoterà in un rafforzamento del greening».
Panza: troppa ideologia
Il leghista Panza ha sottolineato che «purtroppo nell’affrontare il tema dell’ambiente a Bruxelles ci si confronta con una forte base ideologica, come dimostrò l’arrivo di Greta al Parlamento Europeo, accolta come un capo di stato, o la forte presenza dei Verdi, terzo gruppo per numerosità nell’emiciclo. Noi cercheremo di portare del buonsenso nelle valutazioni, soprattutto evitando che questa impronta ideologica ricada sui produttori, rendendogli ingiustamente più difficoltoso il lavoro».
Protopapa: siamo facilitati
Accolto con grande attenzione alla sua prima uscita vercellese, il neo Assessore Protopapa ha sostenuto, sul tema del Psr, che «la nostra Giunta ha la fortuna, rispetto a chi ha redatto questo documento per la prima volta, di avere una linea guida per la stesura nell’odierno PSR, di cui conosciamo ora punti forti e deboli, capendo cosa ha funzionato e cosa no. Cercheremo di accelerare i passaggi tra lo scritto e l’esecutivo, poiché abbiamo capito che la tempistica di emissione è stata una delle maggiori criticità. Il nuovo PSR dovrà essere un documento snello che ha risolto le problematiche di quello odierno e ciò potrà avvenire solo in seguito ad un’analisi di coscienza generale, che possa risolvere le difficoltà, anche nelle relazioni tra sindacati e istituzioni, sorte negli ultimi anni».
Carrà: etichetta obbligatoria
Nella seconda tornata di domande, Carrà ha sostenuto che «l’etichettatura è fondamentale per connotare il prodotto italiano, in primis per il consumatore. Essa deve essere obbligatoria e riportare lo stato in cui è stato prodotto il bene»; sulla Pac, ha affermato che «l’impostazione di oggi è assai pericolosa per la risicoltura, in primis per la presenza del capping che colpirebbe fortemente i risicoltori. Anche la convergenza sarà molto dannosa per il nostro settore, i nostri titoli storici rischiano di diventare una motivazione di aumento dei titoli più bassi, nonostante i diversissimi costi di produzione. Il greening, in aggiunta, potrà portare delle difficoltà nel nostro comparto se non si otterranno nuovamente le deroghe che avevamo avuto nel 2014».
L’apertura di Protopapa
L’assessore Protopapa ha aperto invece sulla possibilità di fare un PSR interregionale del nord ovest, che «ci permetterebbe di integrare le parti migliori e di imparare gli uni dagli altri. La Regione Lombardia, forte di un riscontro maggiormente positivo in seguito al Piano odierno, non è ancora convinta che ciò possa essere vero, sottolineando le forti differenze tra i vari comparti produttivi. Cercheremo di confrontarci e punteremo allo svolgimento di questo compito attraverso questa via di unità e cooperazione, prendendo in considerazione soprattutto le osservazione di chi dovrebbe utilizzare nel concreto queste misure, gli agricoltori». Autore: Ezio Bosso