Un’importante norma a tutela dell’agricoltura irrigua italiana è inserita, in sede di conversione del cosiddetto Decreto Legge Agricoltura. Obiettivo graduare l’entrata a regime del Deflusso Ecologico come limite al prelievo dai corsi d’acqua.
A renderlo noto è l’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI). Quest’ultima ringrazia il Vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera, Giorgio Maria Bergesio, per l’impegno profuso nel ricercare una soluzione ad un’annosa vicenda che, allo stato attuale, comporterebbe il rischio di pesanti conseguenze per gli ecosistemi e l’agricoltura italiani.
LE DICHIARAZIONI DI MASSIMO GARGANO
«Il Deflusso Ecologico – ricorda« Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – è una più restrittiva applicazione dei limiti al prelievo d’acqua dai corpi idrici, previsti dal Deflusso Minimo Vitale: in altri termini, lasciare più acqua all’interno degli alvei, riducendo le derivazioni, già oggi regolate da concessioni regionali. Come costantemente da noi denunciato, pur condividendo l’obbiettivo comunitario del benessere dei fiumi, l’applicazione dei parametri previsti dalla norma europea, senza adeguate contromisure infrastrutturali, avrebbe in Italia gravi conseguenze non solo per il sistema irriguo e quindi per l’agricoltura che produce cibo, ma anche per l’ambiente, che viene vivificato proprio dalla distribuzione idrica, senza considerare, ad esempio, la riduzione di produzione idroelettrica, che ne conseguirebbe».
DEFLUSSI RIMODULATI: TERMINE IL 31 DICEMBRE 2026
Già un precedente Decreto Legge del 2022 aveva indicato, quale data per il completamento delle necessarie sperimentazioni sul Deflusso Ecologico, il 31 Dicembre 2024. Tuttavia, per aggiornare ed implementare i deflussi ecologici, a seguito delle sperimentazioni, è necessario attuare alcuni adeguamenti tecnici nelle opere idrauliche che consentano, a valle delle derivazioni, il rilascio dei deflussi ecologici indicati. Ora, nel testo uscito dal dibattito parlamentare del Senato ed in corso di rapida approvazione definitiva alla Camera, all’art. 11 si prevede che tali adeguamenti tecnici siano predisposti entro il 31 Dicembre 2026 in tutte le derivazioni, rinviando a tale data i termini per l’entrata in vigore dei Deflussi Ecologici rimodulati in seguito alle sperimentazioni, ad eccezione dei valori già fissati sulla base di indagini sito-specifiche, conformi alle indicazioni nazionali vigenti.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANBI
«Nel ringraziare, ancora una volta, chi ha prestato attenzione alle nostre preoccupate segnalazioni, non possiamo evitare di ricordare che il Deflusso Ecologico è conseguenza della Direttiva Quadro Acque, approvata nel 2000 in un clima di evidente disinteresse da parte di chi allora sedeva al Parlamento Europeo – precisa Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – Auspichiamo che la rinnovata delegazione italiana a Bruxelles, anche d’intesa con l’associazione Irrigants d’Europe, sappia impegnarsi a trovare il giusto equilibrio. Equilibrio fra le esigenze ambientali e le necessità delle campagne mediterranee, dove l’irrigazione è un fattore produttivo ormai indispensabile di fronte all’avanzare della crisi climatica».
«Le normative comunitarie non possono essere applicate indifferentemente dalla Svezia alla Sicilia, ma devono essere progressivamente declinate sulle concrete realtà dei territori. Basti pensare che l’immediata applicazione del Deflusso Ecologico penalizzerebbe produzioni, simbolo del made in Italy agroalimentare, quali il prosecco ed il riso, ma anche aspetti tipici del nostro panorama come i fontanili ed i prati stabili» conclude il Presidente di ANBI.
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