Sono ancora approssimative le stime dei danni causati dalle violenti alluvioni che hanno colpito la Lombardia e il Piemonte nei giorni scorsi: risaie in piena raccolta inagibili, frane e crolli, tra cui quello del ponte-canale su cui passa il Cavour. Abbiamo fatto il punto con sindacati e tecnici.
Alluvioni in Lombardia e Piemonte: un conto salato da pagare
«Sale il conto dei danni di un inizio autunno 2020 segnato da tempeste praticamente raddoppiate (+92%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A fronte di questa situazione disastrosa è quanto mai necessario il riconoscimento dello stato di emergenza che la Regione ha già inoltrato poiché i danni sono davvero ingenti considerando, oltre all’agricoltura, anche le infrastrutture. Continua il monitoraggio e la conta dei danni in continuo aggiornamento da parte dei nostri tecnici che stanno prestando aiuti alle imprese coinvolte. Certo che eventi di questa portata dimostrano ancora più l’urgenza di una attività di prevenzione. E’ fondamentale la gestione delle acque e degli alvei dei fiumi per evitare di agire sempre e solo in emergenza, ma poter prevenire gli eventi alluvionali con una rapida programmazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del tessuto idrografico piemontese. Come anche è necessario poter dare copertura assicurativa attraverso strumenti accessibili ed allargando la possibilità di assicurare, senza costi elevati, tutte le produzioni» dichiarano Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale.
«I dati che finora ha rilevato Confagricoltura Piemonte con la sua rete di tecnici – precisa il presidente dell’organizzazione Enrico Allasia – riferiscono di circa 2.850 ettari di superficie alluvionata, per una mancata produzione di oltre 8,6 milioni di euro». Si tratta di una prima sommaria stima delle perdite di produzione che, data l’emergenza in cui si sta operando, risulta molto approssimativa, con i dati della superficie danneggiata e dell’entità del danno ipotizzato inevitabilmente destinati a salire, anche tenendo conto del fatto che in questo momento non è possibile capire con esattezza quali detriti siano depositati sui terreni allagati e quali operazioni di pulizia e bonifica si renderanno necessarie. Inoltre le rilevazioni di Confagricoltura devono ancora essere completate per le province di Cuneo, Biella e Verbano Cusio Ossola. Dai primi dati raccolti, invece Coldiretti Piemonte stima già danni per oltre 300 milioni di euro. «Possiamo calcolare che una buona percentuale sia nelle nostre quattro province, valutando anche il fatto che stiamo ancora stimando i danni ai prodotti stoccati nei magazzini allagati, il costo dei macchinari e delle strutture danneggiate e il valore dei lavori di ripristino e pulizia di campi, aziende e argini» , spiegano Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli e Biella e Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara e Vco. «Ai danni per il mancato raccolto – ricorda Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – si dovranno sommare le spese per l’asporto dei detriti, la bonifica dei terreni e il ripristino della fertilità del suolo, oltre alle spese per il livellamento dei campi, per lo scavo dei fossi e dei canali di gronda, per la riparazione o sostituzione degli impianti di irrigazione e della viabilità interpoderale. A questi costi si aggiungeranno quelli causati alle strutture: la furia del vento ha scoperchiato fabbricati, magazzini e serre, con danni pesantissimi».
Il presidente di Confagricoltura Piemonte ha scritto all’assessore Protopapa sottolineando «la gravità del fenomeno, che accresce le difficoltà di un settore già duramente provato dall’emergenza della pandemia e dalla perdurante crisi dei prezzi delle nostre produzioni. Per questo – sostiene Enrico Allasia – contiamo sull’attenzione della Regione Piemonte per far si che i nostri territori possano ottenere un adeguato sostegno dal governo nazionale, indispensabile per poter superare questa difficilissima emergenza».
Preoccupazione per le irrigazioni 2021
Anche a Novara, l’Unione Agricoltori è all’opera per contare i danni della grandine prima e dell’alluvione ora. «Siamo vicini alla nostra agricoltura, che ha sempre il coraggio di andare avanti, ma è in questi tristi frangenti che denunciamo come la gestione del territorio sia fondamentale, poiché senza la presenza dell’agricoltura l’alluvione avrebbe danneggiato maggiormente i centri abitati – sottolinea la presidente Paola Battioli – . Le nostre risaie, i nostri campi han fatto da tampone, a discapito dei nostri raccolti e del lavoro di un’intera stagione. Le aziende “fortunate” perché hanno scampato la piena, si trovano comunque rive distrutte e cumuli di ramaglie e resti trasportati dalle acque. Tuttavia, il danno all’agricoltura non è solo legato alla contingenza del raccolto, ma in previsione della nuova stagione, poiché alvei, ponti e chiuse sono state rotti o danneggiati e il tutto potrebbe pregiudicare il sistema irriguo per la prossima campagna. Ci riferiamo in particolar modo ai danni verificatisi sul Canale Cavour a Formigliana, dove la forza dell’acqua ha provocato il crollo di una pila che regge il ponte-canale attraverso cui il Cavour passa sul torrente Cervo. Senza il ripristino della struttura la risicultura del 2021 non avrà acqua. Ci auspichiamo quindi che la coutenza tra Regione e i consorzi irrigui di Ovest ed Est Sesia, in un’ottica di collaborazione attiva e determinante, intervenga repentinamente per ripristinare in sicurezza e efficienza i tratti danneggiati dagli eventi alluvionali».
Intanto, Cia Pavia, ravvisando le condizioni per l’attivazione dello stato di calamità, ha provveduto ad interessare le strutture regionali ed a mettere a disposizioni degli associati gli uffici territoriali per l’assistenza alla compilazione delle pratiche necessarie. “La drammatica ordinarietà con cui si verificano tali circostanze ci dovrebbe indurre non solo ad accelerare il piano di messa in sicurezza del nostro territorio, ma anche a pensare a come il sistema agricolo possa contribuire alla mitigazione dei fenomeni climatici estremi”, afferma Cia – Agricoltori Italiani Pavia. “Occorre un piano di manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio nella quale gli agricoltori siano parte attiva. Il progetto di Cia- Agricoltori Italiani denominato “il Paese che vogliamo” indica chiaramente quanto possa essere necessario il coinvolgimento di chi lavora a diretto contatto con la terra per assolvere a questo indispensabile compito”.
Risicoltori in lutto
«I risicoltori sono in lutto. La maggior parte del raccolto andrà perso. Una sferzata per ogni agricoltore che ha visto in poche ore distrutto il frutto del proprio lavoro dalla potenza dell’acqua. Gli allagamenti hanno causato problemi alle infrastrutture rurali e molte cascine delle aree più colpite (Palestro, Rosasco, Langosco, Candia Lomellina) sono state completamente sommerse. Il riso immagazzinato sarà invendibile, con il crollo del ponte-canale Cavour le risaie servite a valle di quell’area potrebbero restare a secco qualora non si intervenga tempestivamente per ricostruirlo. Questo 2020 non lo dimenticheremo mai, ma la gente di risaia è pronta a rimboccarsi le maniche e ad affrontare la calamità»sottolinea l’agronomo Flavio Barozzi.
«L’alluvione ha causato ingenti danni a tutte le attività: dalla ristorazione all’allevamento e all’agricoltura. Intere aree sono state sommerse dalla furia dell’acqua. Stimiamo approssimativamente una perdita di 200 ettari di riso, ma è un dato che potrebbe aumentare al termine dei vari sopralluoghi che stiamo effettuando in questi giorni. La potenza dell’acqua ( circa 7 m in altezza) avrebbe potuto causare danni maggiori, radendo quasi al suolo alcune aree» ci dichiara il sindaco di Candia Lomellina, Stefano Tonetti.
Il maltempo non ha risparmiato neppure la provincia di Alessandria: nella frazione di Terranova, nella zona di Casale Monferrato, a causa dell’esondazione del Sesia: persone sfollate e campi allagati con seri danni alle strutture e alle colture. «Borgovercelli, Terranova Casalmonferrato, Pezzana, sono solo alcuni tra i comuni del pavese più colpiti. Le aree sono molto più estese. Stiamo ancora effettuando tutti i sopralluoghi per valutare i danni. Per la maggior parte dei risicoltori la situazione è critica: l’acqua ha completamente sommerso il raccolto. I detriti e il fango sull’apparato fogliare rendono impossibile la trebbiatura con gravi ripercussioni sulla qualità del prodotto, oltre che sulle vendite del raccolto stesso. Ma dal punto di vista assicurativo, purtroppo, non ci sarà alcun rimborso. Le polizze assicurative stipulate non coprono i danni per alluvioni. Possono richiedere un risarcimento solo coloro che hanno incluso nel contratto assicurativo la garanzia per le avversità atmosferiche e alluvione» ci spiega Piero Actis, ispettore di grandine e avversità atmosferiche o alluvioni.
La nota Ente Risi
Il Presidente dell’Ente Nazionale Risi Paolo Carrà, dopo l’incontro avvenuto ieri con il governatore del Piemonte Cirio in occasione dei sopralluoghi nel vercellese, ha inviato una nota agli assessori di Regione Piemonte, Marco Protopapa, e Regione Lombardia, Fabio Rolfi, per sensibilizzarli sui danni verificatisi sabato scorso a seguito degli eventi alluvionali.
«L’acqua, arrivata con forza nei campi, ha determinato forti allettamenti del riso che non potrà essere raccolto – scrive Carrà -, mentre per quello non allettato ma totalmente sommerso dall’onda di piena, è prevedibile un notevole deprezzamento della qualità che si ripercuoterà sul collocamento finale. Anche la rete irrigua ha subito forti danni, il cui ripristino è fondamentale non solo per la futura coltivazione, ma anche per continuare a svolgere quella funzione di regimazione delle acque in eccesso, che è di interesse pubblico». Autore: Marialuisa La Pietra
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