Nel mese di ottobre, i prezzi mondiali del riso hanno registrato un andamento contrastante. Si osserva l’aumento medio dell’1%. Nonostante la prevista riduzione della produzione mondiale di riso, dovuta alle cattive condizioni climatiche. Il mercato ha mostrato un leggero contenimento con moderate tensioni sui prezzi mondiali. Lo riporta il rapporto mensile Osiriz, edito dal ricercatore Patricio Mendez del Villar, del Centro ricerche francese Cirad.
Il rapporto è disponibile all’indirizzo web www.infoarroz.org. Solo i prezzi vietnamiti sono aumentati significativamente del 5% a causa della forte domanda e dell’offerta relativamente limitata.
TENDENZE IN ASIA
Le quotazioni indiane sono aumentate solo del 2%, nonostante l’annuncio di misure restrittive sulle esportazioni, che sono soggette a qualche alleggerimento per rispettare i contratti già firmati e per decongestionare i porti di spedizione. I prezzi thailandesi sono scesi del 3%, soprattutto a causa della svalutazione del baht rispetto al dollaro. Anche i prezzi pakistani sono scesi dell’1% in seguito all’arrivo sul mercato del nuovo raccolto.
EMISFERO OCCIDENTALE
Nell’emisfero occidentale, invece, i prezzi sono rimasti fermi a causa della riduzione delle forniture esportabili. Con il calo della produzione mondiale, i Paesi esportatori dovrebbero attingere alle loro riserve per soddisfare la domanda globale, che dovrebbe essere piuttosto moderata nei prossimi mesi, seguendo l’esempio della Cina, le cui importazioni potrebbero diminuire del 5% nel 2023. Nell’Africa sub-sahariana, il più grande hub di importazione del mondo, la domanda tende attualmente a indebolirsi grazie alle scorte relativamente elevate di riso importato e all’arrivo di nuovi raccolti locali.
A ottobre, l’indice Osiriz/InfoRice (Ipo) è salito di 2,3 punti a 200,7 punti (base 100=gennaio 2000), contro i 198,4 punti di settembre. All’inizio di novembre, l’indice Ipo si è mantenuto intorno ai 202 punti, il livello più alto da giugno 2021.
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