L’inverno dei prezzi potrebbe risolversi nella primavera dei contratti di coltivazione: Riso Gallo, per sua ammissione, sta facendo il pieno, perché, come dichiara il direttore generale Riccardo Preve (a destra, nella foto grande) in quest’intervista esclusiva, «pagare il Carnaroli un anno 35 euro e un altro 100 non conviene neanche a noi industriali». Allo stato dei fatti, cioè con un mondo agricolo incapace di organizzare l’offerta (quanto meno incapace di raggiungere i livelli di concentrazione dell’offerta toccati in altri Paesi), l’industria ha buon gioco a proporre un patto di non belligeranza, che potrebbe riportare in equilibrio il mercato. E’ la strategia della Gallo, che ha tastato il terreno negli scorsi anni avviando contratti con la Coldiretti (su Arborio, Carnaroli e sul profumato Giglio è in corso un accordo con Fir che prosegue) e ora si rivolge a tutti gli agricoltori. Con successo, a quanto pare.
Prima curiosità, quanto pagherete il Carnaroli del 2018?
Sa bene che non glielo dirò – risponde Riccardo Preve -, però posso dirle che abbiamo fatto bene i conti e che, costi dell’azienda risicola alla mano, offriamo al risicoltore italiano un prezzo congruo, che gli permette di affrontare più che serenamente le semine di questa primavera. Che sia congruo lo dimostra il fatto che siamo partiti in ottobre con i sondaggi e da due settimane non facciamo altro che stipulare contratti.
Su quali varietà?
Carnaroli e similari, Arborio e similari, Ribe e similari.
Paura di restare senza varietà da interno?
Obiettivamente, c’è il rischio che i produttori agricoli si disaffezionino per effetto del calo dei prezzi, che è un calo importante, come sanno tutti.
Una manna per chi compra…
Non creda che all’industria convenga dissanguare la controparte, perché prima o poi trovi qualcuno che dissangua te. Il nostro “nemico” non è il risicoltore ma la volatilità dei mercati e la nostra strategia mira a restituire alle aziende agricole – quindi anche a noi – la possibilità di lavorare con una prospettiva di medio-lungo periodo.
Come?
Attraverso contratti che offrono un prezzo fisso per tre anni, che il risicoltore può stipulare anche solo su una parte del proprio ettarato, in modo da riservarsi una quota di produzione per la vendita sul libero mercato. I prezzi sono calcolati sulla base delle medie degli ultimi 5-6 anni.
Perché lo fate?
Perché non abbiamo la necessità di comprare al minimo assoluto – la qualità ha i suoi costi e noi li riconosciamo – e perché lavoriamo in Italia con prodotto italiano e produttori italiani.
Un’ultima domanda: che impatto avrà il divieto del triciclazolo sul comparto dei risi da interno?
Quella sostanza sarà vietata e non potrà essere usata, ma esistono delle alternative che sono già sul mercato e che i risicoltori si abitueranno a utilizzare molto in fretta. Inoltre, ne arriveranno altre e si stanno affacciando sulla risaia anche delle nuove varietà resistenti alla Pyricularia. Insomma, il divieto sarà rispettato e non cascherà il mondo. Autore: Paolo Viana