I lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria previsti sulle reti consorziali stanno proseguendo, pur nel rispetto delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia in corso. Anche l’acqua non si ferma: a dichiararlo sono i responsabili dei principali consorzi di bonifica presenti sul territorio risicolo, con i quali abbiamo fatto il punto della situazione irrigua. «Purtroppo, qualora questo trend di contagi non dovesse trovare a breve un rientro fisiologico, potremmo trovarci a corto di personale» riconosce innanzi tutto il Direttore generale di Ovest-Sesia, Luca Bussandri.
Consorzi riorganizzati
«Abbiamo rimodulato la struttura organizzativa: tutto sta procedendo per terminare le manutenzioni – spiega Mario Fossati, Direttore Generale Est-Sesia – Negli uffici centrali, invece, abbiamo rallentato con alcune pratiche (le concessioni e aspetti più amministrativi,..), valutiamo inoltre la possibilità di aderire a vari tipi di sostegno. La parte operativa funziona. L’acqua arriverà, siamo un servizio essenziale e lo garantiremo».
Situazione delle riserve idriche
«Le scarse precipitazioni degli ultimi mesi, decisamente sotto la media, hanno caratterizzato un calo graduale ma costante dei livelli idrici – dichiara Fossati -. In tutte le principali sezioni idrometriche del fiume Po i valori si mantengono al di sotto delle medie stagionali ma superiori ai livelli minimi osservati. Il mese di febbraio è risultato il più caldo degli ultimi 63 anni, con un’anomalia media positiva di 4.3°C. Al momento lo scioglimento delle nevi, iniziato la scorsa settimana, si è riflesso sulle maggiori portate defluenti a valle, si è arrestato per l’abbassamento delle temperature e a valle delle grandi derivazioni scorre sostanzialmente solo il deflusso minimo vitale. Ad esempio nel fiume Po, a Chivasso a valle della derivazione del canale Cavour (65 m³/s derivati) c’è solo il deflusso minimo vitale, così come nella Dora Baltea a Villareggia, a valle della derivazione del canale Depretis (35 m³/s derivati) e nel torrente Orco a Castellamonte, a valle della derivazione del canale Caluso. Per quanto riguarda le previsioni future, se non interverranno significative precipitazioni e dovessero innalzarsi le temperature, come osservato nelle settimane scorse, si avrà un rapido scioglimento delle nevi il cui livello, ad esempio, nel bacino del fiume Sesia è già inferiore al livello medio degli ultimi 26 anni (-8 cm ca.) e degli ultimi 2 anni (-22 cm rispetto al 2019 e -83 cm rispetto al 2018)». (Segue dopo il grafico)
Prosegue Fossati: «Il probabile scioglimento delle nevi anticipato si tradurrà nell’aumento dei deflussi idrici verso valle con la rapida perdita delle riserve idriche immagazzinate e prima ancora dell’attivarsi delle derivazioni irrigue, la situazione delle disponibilità potrebbe assumere condizioni di criticità. Il Lago Maggiore presenta un livello di 80 cm sullo zero idrometrico di Sesto Calende e per ora mantiene un sostanziale equilibrio tra afflussi e deflussi. Il mantenimento dell’autorizzazione al sovralzo estivo a 1,35 m anche per il 2020 darà un apporto significativo alla riserva utile per le derivazioni irrigue della grande pianura risicola tra Dora Baltea e Adda. Per quanto riguarda le acque sotterranee la rete di monitoraggio evidenzia, come del resto negli ultimi anni, livelli di falda inferiori alla media su tutto il comprensorio: si parte da un deficit di circa 40-50 cm nella parte nord per arrivare ad oltre 1,50 m nella bassa lomellina». (Segue dopo il grafico)
Secondo il consorzio di bonifica Est-Ticino Villoresi, «rispetto ad una indicazione di massima di come la sarà la disponibilità idrica nella prossima stagione nel Pavese, sulla base dell’esperienza degli ultimi anni, si prevede la possibilità che si ripetano alcune problematiche, in considerazione delle condizioni climatiche nel periodo all’insegna di un caldo anomalo e della mancanza di precipitazioni e dei mutamenti occorsi alle modalità colturali. Se è vero che la bacinizzazione del Lago Maggiore a +1,30 sta facendo sì che si possa presumibilmente contare su una opportuna “ricarica” idrica del Sistema Navigli, alcune preoccupazioni sono invece legate, nelle aree più a sud, alle disponibilità irrigue dell’Olona meridionale e del Lambro meridionale, alla luce altresì di quanto accaduto nel 2019 tra metà giugno e i primi dieci giorni di luglio quando si è registrato un momento di crisi idrica legato all’avvio delle irrigazioni a monte che hanno progressivamente condizionato i quantitativi d’acqua distribuiti dalle colature. Sempre più spesso, ci si deve confrontare con alcuni cambiamenti che stanno incidendo in modo significativo sulle coltivazioni: non solo le condizioni climatiche estreme ma anche la sottrazione di terreni all’agricoltura e l’impermeabilizzazione di aree sempre più vaste, oltre ai già citati mutamenti nelle pratiche colturali (come per esempio il passaggio alla pratica, in crescita, del riso in asciutta) e all’evoluzione normativa che tende a ridurre i volumi d’acqua derivata all’insegna del risparmio idrico». (Segue dopo il grafico)
L’impegno assunto dal Consorzio Est Ticino Villoresi per far fronte ad eventuali criticità è il seguente: «supportare la richiesta dell’individuazione di regolatori dei corsi d’acqua non gestiti dai Consorzi e che comunque hanno impatto sulle coltivazioni ai fini di contenere gli effetti della scarsità d’acqua sulle concessioni più a valle, permettendo una distribuzione più razionale dell’acqua a disposizione; dar seguito ad azioni per far comprendere le peculiarità del Basso Pavese e la centralità della salvaguardia delle modalità irrigue a scorrimento (che permettono di rimpinguare la falda e alimentare tutto il sistema di fontanili e colature a sud sino al tracciato del Po); predisporre preventivamente piani di gestione delle crisi idriche e alcune misure che consentano di ridurne il più possibile l’impatto quali l’avvio della circolazione d’acqua nei canali anche prima delle vere esigenze irrigue, il potenziamento della manutenzione dei canali di distribuzione, ecc..». Autore: Martina Fasani