L’intervista di Paolo Carrà a Risoitaliano ha fatto andare su tutte le furie Federbio. Nel sondaggio sulle intenzioni di semina non ci sarà la casellina del riso biologico: Carrà ha dichiarato infatti che, prima di inserirla, l’Ente deve attendere «indicazioni in merito dal Mipaaf», né potrebbe essere diversamente (l’Ente Risi è vigilato dal Mipaaf e la tracciabilità delle sementi biologiche è un argomento su cui deve esprimersi il Ministero, se non addirittura una legge del Parlamento) ma Federbio minaccia di rivolgersi alla Procura della Repubblica se non avverrà. Insomma, l’anno nuovo inizia con una nuova battaglia sul riso biologico.
«A distanza di due mesi – scrive il presidente di Federbio Paolo Carnemolla (foto grande) a Carrà e al Ministero – non è giunta ancora alcuna risposta da parte di ICQRF (la repressione frodi; ndr), mentre a seguito di uno scambio di note con il Presidente dell’Ente Risi e su richiesta di questi lo scorso 13 novembre ho incontrato Paolo Carrà assieme al Presidente del Giurì di Autodisciplina FederBio Gualtiero Freiburger, fino allo scorso settembre dirigente dell’Assessorato Agricoltura della Regione Piemonte.
L’incontro ha consentito di chiarire ulteriormente che la richiesta di FederBio di attivare controlli di tracciabilità e verifiche sulle rese produttive del riso biologico, seppur riscontrata solo da Ente Risi, non ha avuto seguito in quanto il Presidente Carrà ha ritenuto fattibile la proposta solo a fronte di specifica indicazione da parte di ICQRF. Ciò premesso e considerato, si chiede ulteriormente e definitivamente riscontro alla richiesta della federazione di adeguare la modulistica e le procedure di Ente Risi per una verifica delle rese produttive e della tracciabilità anche del riso biologico e di svolgere anche un’azione di coordinamento per il controllo incrociato con gli organismi di certificazione autorizzati delle informazioni relative a rese produttive e tracciabilità dei prodotti per le aziende inserite nel SIB. Ciò a fronte di un conclamato ed elevato rischio di frode, denunciato da anni anche da organizzazioni di agricoltori rappresentative del comparto risicolo nelle Regioni Piemonte e Lombardia.
Rimaniamo come sempre a completa disposizione per fornire tutte le informazioni in nostro possesso e collaborare per quanto di nostra possibilità e competenza al solo fine di prevenire eventuali frodi a danno di tutto il comparto riso biologico, dunque in rappresentanza di tutti gli operatori che agiscono nel rispetto della normativa vigente e degli organismi di certificazione nostri associati.
In caso di ulteriore mancato riscontro nonché di mancata predisposizione degli strumenti previsti dalla normativa vigente e di competenza dell’Autorità e dell’Ente in indirizzo la federazione provvederà a interessare direttamente il ministro e a presentare un esposto all’Autorità giudiziaria competente».