Listino nuovamente immobile lunedì a Novara, con il mantenimento della dicitura nominale per i lunghi A da parboiled. Unica variazione martedì mattina a Vercelli la non quotazione di Loto, tutto fermo e nel pomeriggio a Milano.
CALA LA DOMANDA
In sala di contrattazione a modificarsi rispetto alla scorsa settimana (leggi l’ultima analisi) è l’atteggiamento della domanda. Essa si mostra meno propensa all’acquisto, più o meno per tutti i risoni in commercio. Questa posizione influisce sullo stop negli apprezzamenti e potrebbe portare, dopo queste sedute di assestamento, a nuovi passi indietro in alcuni comparti. Secondo quanto riferito dagli operatori vi è una voce in particolare per la quale sembra calata maggiormente la domanda, Terra. Per questa varietà dunque sembra possibile un passo indietro.
Un deprezzamento è nell’aria anche per i lunghi A da parboiled su Vercelli e Milano. Le offerte dell’industria nelle ultime sedute si sono attestate a 75 €/q lordi (quotazione nominale espressa a Novara) ma sono risultate poco accolte dai risicoltori. Essi vorrebbero ancora 80 €/q lordi, proposti solo per alcune varietà più pregiate del comparto. Il risultato sono scambi minimi (dimostrati dalla dicitura nominale anche su Vercelli) e valutazioni ferme ma con tendenza al calo.
IL PRODOTTO TRASFERITO È UN TERZO IN MENO
Nella scorsa settimana Ente Risi ha pubblicato un elaborato riguardante l’aggiornamento della situazione di mercato del riso italiano. Il bilancio in termini di occupazione del mercato è decisamente negativo. Il calo nel prodotto trasferito a pari data è del 32%, valore quasi doppio rispetto al calo occorso nella produzione secondo i dati ufficiali (-17%). Questi fecero storcere il naso ad alcuni al momento della pubblicazione. Va considerato che i dati sulla produzione in diversi casi non sono misurati ma calcolati con un minimo tasso di approssimazione dai produttori.
Ad aver influito sulla commercializzazione vi sono poi i noti problemi relativi ai metalli pesanti, mai ricercati come nell’ultimo anno visto anche l’abbassamento dei limiti di presenza. In primis il cadmio, maggiormente assimilato dal riso a causa della carenza idrica, quindi capace non solo di ridurre la produzione ma di renderla anche difficilmente commerciabile. Riguardo all’assimilazione di queste sostanze è stato di recente messo in circolazione un documento, redatto sempre da Ente Risi, dove si evidenziano le accortezze agronomiche utili a ridurla (scaricalo qui).
BILANCIO NEGATIVO PER IL RISO ITALIANO
Tornando ai dati sulla situazione di mercato (scarica qui il documento completo) sorprendono sicuramente i numeri del risi tondi, la cui produzione si è ridotta di 27.479 tonnellate (-7%) ma i trasferimenti di ben 126.704 (-39%). Situazione analoga ma meno pesante per i lunghi B, -21% il trasferito (-51.673 tonnellate) contro -3% di prodotto (-8.546 tonnellate). Maggiormente in linea con il calo produttivo il calo di trasferito nei lunghi A, che si attesta ad oggi a -155.462 tonnellate (-34%, il calo nel raccolto è stato di 213.707 tonnellate, -30%).
Questi dati, in ogni caso, affermano che di risone presso i risicoltori ne è stato ritirato molto meno ad oggi. Le porzioni di mercato perse sono state coperte da merce di provenienza estera. In questa campagna si è registrata una crescita del 26 % al 17/03 di importazioni di riso semi greggio e lavorato da nazioni extra Ue (+41% importazione da Cambogia e Myanmar) e di un sorprendente +161% da Paesi Ue al 31/12. Al contrario i prezzi elevati sui nostri mercati hanno reso difficile l’esportazione, crollata del -29% verso i Paesi terzi, sempre al 17/03, e calata dell’ 1,5% verso l’Ue al 31/12. Tali confronti, pur essendo poco allineati in quanto a date, rendono palese come il mercato del riso italiano stia incontrando delle importanti criticità. Molte di queste sono l’effetto dell’importante siccità affrontata nell’estate 2022, possibile anche nella prossima campagna. Autore: Ezio Bosso.
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