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PIOVONO SOLDI (FUORI DAL CAMPO)

da | 9 Apr 2020 | Non solo riso

La Regione Lombardia ha approvato l’erogazione di 200.000 euro finalizzati alla capitalizzazione iniziale dei fondi di mutualizzazione in agricoltura. In tempi di Covid 19 sarebbe una buona notizia se – come ci fanno notare alcuni lettori – il contributo non fosse talmente risicato e dubbio il meccanismo di attribuzione alle aziende agricole. (NOVITÀNOVITÀ)

Il fondo mutualistico nasce da una associazione di imprenditori che accantonano fondi comuni al fine di soccorrersi vicendevolmente in caso di necessità. Gli imprenditori agricoli associati contribuiscono di fatto alla creazione di una riserva finanziaria comune e condividono un determinato rischio: in caso di danno subito, il fondo interviene nel risarcimento. Tali fondi, in generale, forniscono garanzie contro le perdite economiche causate da avversità atmosferiche, fitopatie, infestazioni parassitarie ed epizoozie e concorrono altresì a creare una rete di sicurezza per gli agricoltori a difesa dalle conseguenze negative che possono derivare da andamenti sfavorevoli della campagna agricola compresi i rischi connessi alle fluttuazioni del mercato.

La perplessità si può riassumere in una domanda: il sostegno regionale alle iniziative mutualistiche, in particolare ai fondi di mutualizzazione intesi quali strumenti di stabilizzazione dei redditi aziendali (IST) consente veramente in questa emergenza di migliorare la capacità di programmazione della spesa rispetto alle crisi di mercato di settore in Lombardia? Ricordiamo che per i fondi di stabilizzazione del reddito, nel rispetto dei requisiti dimensionali del Fondo, è richiesta l’adesione di almeno 50 agricoltori e un volume d’affari complessivo, calcolato come somma del volume d’affari di ciascun aderente, non deve essere inferiore a 10 milioni di euro nell’esercizio fiscale precedente alla presentazione della domanda… è chiaro, anzi lampante che 200.000 mila euro per capitalizzare un fondo possano sembrare le briciole del pranzo di Pasqua. Le adesioni a Fondi e Polizze in Lombardia, citata come la Regione più virtuosa in quest’ambito (34% di aziende assicurate), sono parecchie. Come cifra potrebbe servire per cercare di salvare una sola azienda. Difficilmente, un’azienda risicola, se appena appena grossina.

L’alternativa possibile, ma che sembra inopportuna in questi tempi di risorse scarse, è che l’iniziativa lombarda sia utilizzata per dare una boccata di ossigeno a tante piccole realtà, le quali, peraltro, potranno sopravvivere difficilmente in una Regione così virtuosa.  Terza opzione, magari da declinare con la seconda: una manciata di soldi da usare come “rimpolpa stipendio” dei burocrati (consorzi, cooperative, associazioni…) a rischio cassa integrazione causa Covid. Soldi che pioverebbero comunque fuori dal campo degli agricoltori.

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