I dirigenti di Cia Novara Vercelli VCO hanno incontrato l’assessore regionale Fabio Carosso. L’Assessore ha la delega alla Montagna. Obiettivo dell’incontro discutere il Piano Lupo e consegnare un dossier di osservazioni e proposte necessarie a ridurre l’impatto del lupo sugli allevamenti, in relazione al documento elaborato a livello ministeriale.
INCONTRO PRESSO REGIONE PIEMONTE
All’incontro, svolto al Grattacielo della Regione Piemonte a Torino, erano presenti il presidente Andrea Padovani e il direttore Daniele Botti, il presidente regionale Gabriele Carenini e il direttore Cia Agricoltori delle Alpi Luigi Andreis.
Il direttore Botti ha spiegato che nel Piano lupo si parla di conservazione e gestione ma manca il riferimento al “controllo” della specie, un formalismo che farebbe la differenza nelle azioni strumentali di intervento. «La fauna selvatica, preda del lupo, è aumentata a dismisura e di conseguenza anche la popolazione di quest’ultimo è in significativa espansione. Occorre definire la soglia accettabile, in termini numerici, di presenza di questa specie, che non è più in via di estinzione e avviare azioni di contenimento», ha dichiarato Botti. «La normativa prevede espressamente la possibilità di contenere il lupo, noi chiediamo che siano definite le soglie per avviare gli abbattimenti».
LUPI TRACCIATI
Il Piemonte è la regione in Italia che conta il maggior numero di lupi tracciati con Dna: la conformazione geografica e l’arco alpino determinano caratteristiche che il resto del Paese non ha. Il censimento del 2020 ne contava circa 600. Dopo tre stagioni e il proliferare della specie e del resto della fauna selvatica, questo numero potrebbe essere facilmente raddoppiato.
Il presidente Padovani sottolinea che «Cia chiede controllo: ad oggi non sono previste soglie di intervento. Inoltre, i ruoli devono essere definiti. Chi stabilisce quando è necessario avviare i contenimenti, chi sono i soggetti che devono concretamente farlo? Se ne deve discutere ai tavoli nazionali. Tuttavia, contiamo sull’intervento della Regione Piemonte per fare chiarezza e accelerare questa fase che noi reputiamo determinante».
L’assessore Carosso, dopo gli interventi dettagliati dei dirigenti Cia, ha spiegato che il Piemonte è l’unica Regione a dire basta ad un sistema obsoleto. Infatti, le direttive esistenti hanno qualche decennio di vita, quando la situazione ambientale era decisamente diversa). La prima bozza nazionale del Piano Lupo è quindi bocciata dalla Regione Piemonte e rigettata. Qui si specifica che è necessaria la territorializzazione delle linee di azione per risolvere il problema (ora le attività sono autorizzate da Ministero e Arpa).