Recentemente ha preso il via la revisione del Piano regionale di tutela delle acque, lo strumento normativo della Regione Piemonte che dovrebbe servire a proteggere e valorizzare il sistema idrico piemontese, nell’ottica dello sviluppo sostenibile. In realtà, questo provvedimento discende da un quadro normativo nazionale che è regolato dal d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, emanato come recepimento della Direttiva “acque” 2000/60/CE e che ha inciso significativamente sull’assetto dei livelli di pianificazione esistenti in materia di tutela delle acque e di gestione delle risorse idriche. Ai sensi dell’articolo 121 del citato decreto legislativo sono stati redatti dalle Regioni i Piani di Tutela delle Acque. Il PTA regionale, nato nel marzo del 2007, è oggi Piano di settore finalizzato alla tutela delle acque e degli ecosistemi acquatici e promuove l’utilizzo sostenibile delle risorse idriche. Deve essere quindi considerato un piano che persegue il miglioramento dell’ambiente, secondo i criteri proposti dalla Comunità Europea. Esso viene modificato, adattandolo alle nuove esigenze, con cadenza sessennale, prendendo in considerazione le opinioni di tutti gli utilizzatori, i gestori e le enti legate alla fondamentale risorsa idrica.
Il Piano, approvato dopo una consultazione che ha coinvolto 1600 stakeholders, si struttura su 6 pilastri di intervento: P1 Depurazione delle acque reflue e qualità chimica delle risorse idriche, P2Agricoltura, sviluppo rurale e vulnerabilità delle acque, P3 Riequilibrio del bilancio, idrico, carenza e siccità nei corpi idrici, P4 Servizi ecosistemici e qualità idromorfologica e biologica dei corpi idrici, P5 Governance: gestire un bene comune in modo collettivo, P6 Cambiamenti climatici e strategie di adattamento. Ogni pilastro è composto da più misure individuali che sono riferite al corpo idrico, al sottobacino o al distretto. Queste misure di dettaglio sono accorpate per categorie dette KTM (Key Type of Measures, tipologie di misure chiave) su indicazione della Commissione Europea che ha così inteso semplificare e rendere uniforme la rappresentazione delle azioni che gli Stati Membri propongono nei Piani di Distretto per il raggiungimento degli obiettivi ambientali.
Come molti documenti di questo tipo anche il PTA si presenta come molto complesso e ampio, distante sotto molti aspetti dalle necessità dei risicoltori, che svolgono o finanziano per di più la preservazione dei corsi d’acqua nelle zone di utenza, senza che ciò venga mai sottolineato. Vi è però la possibilità di dire la propria opinione ogni sei anni ed è questo il periodo in cui ciò è concesso, le osservazioni potranno essere trasmesse, entro 60 giorni dalla pubblicazione dell’avviso di adozione del Piano sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte (avvenuta a fine luglio), ai seguenti indirizzi di posta elettronica, utilizzando “Osservazioni PTA” quale oggetto della comunicazione: territorio-ambiente@cert.regione.piemonte.it o, in assenza di posta elettronica certificata, agli indirizzi: pta@regione.piemonte.it e valutazioni.ambientali@regione.piemonte.it. Il periodo scelto (piena vacanza per molti enti coinvolte) e le tempistiche concesse non lasciano molto spazio a riflessioni ma fortunatamente i maggiori consorzi di bonifica si sono fatti trovare preparati e intervistandoli ci siamo fatti dire le loro impressioni e qualcosa di ciò che riferiranno alla Regione Piemonte entro fine mese. Infatti, è in corso la valutazione ambientale strategica che coinvolge anche le rappresentanze del mondo irriguo e agricolo e che si concluderà con la adozione da parte della Giunta Regionale del Piano revisionato, che sarà poi approvato dal Consiglio Regionale del Piemonte e diverrà vincolante. Nei prossimi giorni pubblicheremo le opinioni dei maggiori consorzi irrigui interessati. Autore: Ezio Bosso