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«PIANI SPECIFICI IN CONDIZIONI DI PENURIA IDRICA»

da | 24 Apr 2021 | NEWS

Come sappiamo, la semina in asciutta da pratica sperimentale è diventata stabilmente una pratica agronomica con molti aspetti positivi sulle economie aziendali, su cui anche Riso Italiano ha spesso riflettuto.  «La sempre più elevata diffusione della semina in asciutta – dice Laura Burzilleri, Direttore Generale del Consorzio ET Villoresi e Direttore dell’Area Sviluppo e Gestione Rete – è senza dubbio motivata da una sua maggiore facilità di gestione a fronte dei minori costi derivati dalla sua pratica e dei maggiori quantitativi ricavati se rapportata alle tradizionali tecniche. L’attuale limitazione alle pratiche in sommersione impatta inevitabilmente sul rimpinguamento della falda, provocando altresì un impoverimento delle acque  di colatura e il ritardo nel loro rilascio a discapito dell’importante funzione ambientale assolta dall’irrigazione. Come è risaputo poi, la semina in asciutta pone delle oggettive difficoltà dal punto di vista irriguo in quanto la richiesta d’acqua, spostata più avanti nella stagione (da marzo a giugno), a parità di dotazione idrica va inevitabilmente a sovrapporsi con quella relativa ad altre colture, determinando così picchi di richieste difficilmente sostenibili con il rischio di deficit idrici significativi. Alla luce di queste considerazioni i Consorzi di bonifica si trovano ormai di frequente a gestire situazioni di scarsità di risorsa idrica.

ETVilloresi, a fronte dei mutamenti occorsi nelle pratiche colturali e più in generale dei cambiamenti climatici in corso, ha avviato la predisposizione e il conseguente aggiornamento, per ogni reticolo consortile, di piani specifici di gestione in condizioni di penuria idrica che tengono conto delle peculiarità idrologica dei territori, delle caratteristiche di ogni rete e dei comprensori serviti. In un contesto in cui però sempre più spesso limitazioni all’utilizzo dell’acqua in agricoltura vengono fissate sia in sede comunitaria che nazionale, è evidente come i Consorzi potranno operare efficacemente esclusivamente all’interno di un perimetro regolamentario definito necessariamente dalle Istituzioni (in primis dalle Regioni), che sappia esprimere, in una fase complessa come l’attuale, politiche di contrasto alle suddette criticità». Autore: Andrea Bucci

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